Ecco cosa cambia davvero in America con l’arrivo di Biden

Come potrebbe cambiare la politica degli USA con Biden presidente e Harris sua vice è plasticamente rivelato dall’esultanza manifestata da Planned Parenthood, la più grande multinazionale dell’aborto del mondo. Essa si affianca a quella su altri piani espressa dal presidente iraniano Rouhani, da quello venezuelano Maduro, dalla Fratellanza Musulmana, da larga parte dei media e dell’alta finanza. Mai due persone così apertamente ostili alla fede, qualunque essa sia, e alla pratica religiosa sono state ai vertici della politica americana.

Al netto della personalità o del discutibile stile del presidente uscente Trump, il riferimento ad alcune sue azioni di governo fa emergere, per contrasto, che cosa cambierà con l’arrivo di Biden.

Eletto per limitare i c.d. interventi “umanitari”, che dalle Primavere arabe alla destabilizzazione della Siria a vantaggio dell’Isis avevano caratterizzato la presidenza Obama, Trump ha tolto di scena il califfo Al Baghdadi e il generale Soleimani senza nuovi Vietnam, riducendo conflitti armati e morti. Ha annullato l’accordo che forniva all’Iran una via per le armi nucleari e ha indotto Emirati Arabi, Sudan e Bahrain a concludere la pace con Israele.

Trump ha negato fondi pubblici ai programmi internazionali che promuovono l’aborto, ha imposto ai medici di curare i bambini sopravvissuti agli aborti tardivi, ha promosso e concluso un accordo internazionale a tutela della famiglia naturale. Ha difeso, dentro e fuori gli USA, la libertà religiosa, denunciando le violazioni dei diritti umani in Cina e difendendo dall’applicazione dell’Obamacare, la riforma sanitaria di Obama, soggetti (ad es. le Piccole Suore della Carità) altrimenti obbligati a fornire ai dipendenti contraccezione, aborto e sterilizzazione. In quest’ottica ha nominato alla Corte Suprema giudici come Amy Barrett.

Prima della pandemia le politiche economiche, fiscali e sull’immigrazione di Trump avevano ridotto la disoccupazione ai minimi storici, e determinato il trasferimento di una quota importante di ricchezza ai lavoratori più poveri, agli svantaggiati, ai forgotten men. Per tutto questo Trump è stato votato da molti più americani di 4 anni fa, quasi 72 milioni di elettori, risultando il candidato in consensi assoluti più suffragato nella storia proprio dopo Biden.

Biden, scelto prevalentemente dai bianchi benestanti metropolitani delle grandi aree urbane, dalle elites dell’informazione e dello spettacolo, promette l’esatto contrario: sarebbe già pronta una valanga di ordini esecutivi per cancellare il più in fretta possibile l’eredità di Trump. Da sincero dem Biden non solo si pone in continuità con l’antisionismo storico della sinistra americana, ma soprattutto crede nel primato americano e nel ruolo globale degli Stati Uniti nel mondo.

É favorevole all’aborto, anche quello a nascita parziale e/o fino al nono mese di gravidanza, è contrario all’estensione ai nascituri della tutela sanitaria, ritiene che a partire da 8 anni i bambini abbiano diritto a cambiare sesso. Ha scelto come vicepresidente una pasionaria di aborto e ideologia gender, e punta a stravolgere il ruolo della Corte Suprema.

Pensiamoci, prima di prendere parte alla “festa della liberazione”, sol perché Biden va a Messa e i suoi modi appaiono più sobri.

Francesco Cavallo – avvocato, Dottore di ricerca in diritto costituzionale comparato Università del Salento – (Centro studi Livatino)