Editoriale

Caduti sul lavoro: un’emergenza nazionale

Sono circa settecento i lavoratori che hanno perso la vita nei luoghi di lavoro dall’inizio dell’anno. E’ una strage quotidiana. Indegna per un paese civile. Si muore ogni giorno nelle fabbriche, nei cantieri edili, nei servizi, nella logistica, negli anfratti dell’economia sommersa e del caporalato. Nelle aziende agricole dove tanti braccianti, italiani e migranti, muoiono durante il trasferimento nei campi, assoldati per pochi euro al giorno da aguzzini senza scrupoli.

Si tratta di una emergenza nazionale che va affrontata con una strategia unitaria e con opportuni provvedimenti straordinari. Mediamente si registrano 20 infortuni al giorno, aumentano le malattie professionali, su 10 aziende ispezionate ben 9 presentano violazioni e irregolarità.

E’ necessario investire sul tema della garanzia della salute e della sicurezza in ogni luogo di lavoro attraverso la piena applicazione delle norme legislative e contrattuali.  Significa rafforzare l’esercito di ispettori e medici del lavoro, elevare la qualità del coordinamento tra soggetti; incrementare le pene per il lavoro irregolare, nero e grigio; istituire un rating sociale legato agli appalti; rilanciare gli investimenti su formazione e prevenzione; sviluppare nuove forme di partecipazione che diano ai delegati dei lavoratori maggiori poteri decisionali e di controllo.

Troppe tragedie sul lavoro sono determinate dalla insufficienza di controlli ed ispezioni nei luoghi di lavoro e dalla volontà di ridurre i sistemi di sicurezza per accelerare i tempi e risparmiare sul lavoro, anche attraverso la pratica degli appalti con il massimo ribasso.

Su queste tematiche, la Cisl condivide le preoccupazioni del Capo dello Stato, Sergio Mattarella a cui abbiamo consegnato ed illustrato qualche giorno fa le proposte del sindacato contenute nella nostra piattaforma unitaria. Diventa urgente sollecitare tutte le istituzioni ad ogni livello, gli enti e le amministrazioni preposte ai controlli, il sistema delle imprese a mettere al primo posto l’obiettivo di eliminare ed azzerare infortuni e morti nei luoghi di lavoro. Occorre intervenire per rafforzare le misure sanzionatorie ed allo stesso tempo sostenere un grande intervento su formazione e prevenzione a partire dalla scuola.

Per finanziare una strategia nazionale di contrasto alle morti sul lavoro ed agli infortuni, le risorse possono essere anche rinvenute dal tesoretto Inail collegato all’avanzo finanziario che ogni anno viene assorbito dalla contabilità dello stato per coprire il debito pubblico. Sono risorse delle imprese e dei lavoratori che devono essere totalmente impegnate per migliorare rendite e protezione sociale ed anche per investimenti su ricerca, prevenzione, assunzioni, maggiore presidio territoriale. E’ una questione di civiltà e di rispetto per la vita umana.

Luigi Sbarra

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