Rinasce il giornale per i detenuti

Radio carcere è un modo di dire per definire il passaparola tra detenuti. Spesso all'interno delle strutture detentive non ci sono spazi ufficiali per consentire ai carcerati di esprimere la propria voce e non c'è modo di passare il tempo dignitosamente, se non quello di fissare le pareti.

Liberi di informare

Per far sentire utili le persone che popolano il carcere napoletano di Poggioreale, grazie alla diocesi del capoluogo campano riparte “Liberi di informare”. Si tratta di un giornale – già esistente in passato – che sarà fatto per i detenuti e anche dai detenuti. Sarà il periodico mensile dell'associazione “Liberi di Volare”, attiva nella Casa Circondariale nell'ambito del volontariato. Sarà a diffusione gratuita e consentirà a chi è fuori di avere testimonianze dirette dall'interno delle celle. Il progetto permetterà di stabilire un filo tra il carcere e il mondo che c'è fuori. Sentimenti, esigenze, emozioni vissute dalla popolazione carceraria verranno espresse in articoli che ricorderanno a tutti che una condanna penale non equivale alla perdita della dignità umana. Ampio spazio sarà dato, dunque, alle lettere scritte dai detenuti.

Il dono al Cardinale

Il Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli, ha ricevuto in dono la prima copia di “Liberi di informare” durante la messa celebrata nella cappella del carcere. Un regalo che rappresenta un segno di riconoscimento e gratitudine nei confronti della diocesi che è impegnata a realizzare questo progetto. Il primo numero è uscito il 1 gennaio 2019 ed è ora disponibile, oltre che nel penitenziario, anche in curia e nelle parrocchie.

Le parole del cappellano

Un contributo decisivo lo ha dato don Franco Esposito, sacerdote dal 1988 e da qualche anno cappellano a Poggioreale. Ha spiegato il prete nella nota di presentazione: “Questo giornale non vuole trasmettere notizie ma comunicare sentimenti, bisogni, testimonianze, vita, proprio come quando si scrive una lettera a chi è momentaneamente lontano ma non per questo mi è estraneo. Un piccolo segno per raccontare l'umano, costruendo attraverso una libera informazione, una comunità di persone vere che anche attraverso lo scritto sanno guardarsi negli occhi, riconoscendo al di la degli steccati e dei muri, simbolici o reali, storie di vita, attese di speranza, voglia di redenzione“.