E' friulano l'albero di Natale di piazza San Pietro

E' stato innalzato in piazza San Pietro l'albero di Natale con l'ausilio di una gru, al centro del colonnato del Bernini, accanto all'obelisco. Si tratta di un esemplare donato dalla Regione Friuli – Venezia Giulia. L'albero è ancora spoglio ma verrà addobbato nei prossimi giorni in attesa della cerimonia di illuminazione che avverrà il 7 dicembre alle ore 16.30.

L'allestimento

Dell'allestimento si occuperà il Governatorato della Città del Vaticano con l'ausilio delle maestranze interne.  La presentazione avverrà con una conferenza stampa che si terrà nella città friulana martedì 27 novembre nell'Episcopio di Pordenone con la partecipazione del Vescovo, monsignor Giuseppe Pellegrini. Nel 2009, in occasione dei 50 anni dalla costituzione della ormai ex provincia di Pordenone fu avviata la richiesta formale al Vaticano per poter fornire l'albero di Natale.

La tradizione

Si tratta di una tradizione avviata da San Giovanni Paolo II nel 1982: Il primo fu un abete regalato a Papa Wojtyla da un contadino polacco. Da allora in poi, piazza San Pietro ospita ogni dicembre un albero proveniente da una diversa regione montana d'Europa. Lunedì 26 novembre arriveranno invece gli alberi più piccoli per il territorio di Città del Vaticano che saranno donati da comuni, enti, istituzioni e industriali locali dell'ex provincia di Pordenone.

Gli alberi per Francesco e Benedetto

L'albero per Casa Santa Marta, dove vive Papa Francesco, sarà invece un dono dei detenuti del centro friulano; quello destinato al monastero Mater Ecclesiae, dove risiede il Papa Emerito Benedetto XVI, l'esemplare sarà un regalo dell'Unione industriali, daella Fondazione Cro di Aviano e delle suore del convento della Visitazione di San Vito al Tagliamento. Le luci dell'albero di piazza San Pietro rimarranno accese fino al 13 gennaio 2019. E' un abete rosso lungo 22 metri e dal peso di 4 tonnellate, prelevato nella foresta a confine tra Caneva e Polcenigo. Il trasporto verso Roma dal Friuli è stato anticipato per paura del maltempo.