L’impensabile scoperta su Marte: cosa è stato trovato

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Una nuova scoperta sul Marte è stata fatta dal rover della Nasa Curiosity. C’è vita sul pianeta rosso?

Marte, un pianeta affascinante, intriso di mistero che è, ormai da molti anni, oggetto di studio da parte di molte agenzie spaziali. Ma cosa c’è di così interessante sul suo suolo? Questo aspetto è ancora oggetto di ricerca da parte degli scienziati e in molti progettano di colonizzare il pianeta rosso, ma sarà una missione possibile?

Il nostro sistema solare, di cui anche Marte fa parte, e lo spazio che lo circondano sono per buona parte ancora un mistero per noi. In molti si sono interrogati per capire se la vita sia possibile anche su altri pianeti, oltre che sulla Terra. Per gli appassionati, destano sempre stupore le foto che ci arrivano dalle varie missioni che orbitano dentro e fuori la nostra galassia.

Ma cosa è stato trovato su Marte

Già nei giorni scorsi Marte aveva attirato l’attenzione di molti scienziati grazie alla scoperta fatta dal rover della Nasa Perseverance, ma oggi è Curiosity a fornirci maggiori informazioni su questo pianeta. Una scoperta che, probabilmente, riaccende la speranza di trovare antiche forme di vita microbica.

Infatti, sul suolo del pianeta rosso è stato trovato un isotopo del carbonio che sulla Terra è associato a processi biologici. Ma non è ancora stato possibile escludere che questo carbonio derivi da fonti non biologiche, come potrebbero essere le poveri cosmiche oppure alcune reazioni chimiche nell’atmosfera marziana.

A tracciare queste ipotesi è uno studio pubblicato sulla rivista dell’Accademia americana delle scienze (Pnas) da un team coordinato dalla Penn State University a cui ha partecipato anche il Centro Goddard della Nasa. Lo studio si basa sulle analisi realizzate dal laboratorio di bordo di Curiosity su 24 campioni di roccia prelevati da cinque diverse aree del cratere Gale, dove il rover si è posato il 6 agosto 2012.

Gli esperti hanno formulato alcune possibile spiegazioni: la prima indica che il carbonio derivi da antichi batteri, forme di vita che avrebbero rilasciato metano in atmosfera dove, grazie all’intervento della luce ultravioletta, sarebbe poi stato trasformato in molecole più grandi e complesse che si sarebbero depositate sul suolo di Marte.

La seconda ipotesi indica, invece, che il carbonio potrebbe essere derivato dall’interazione tra la luce ultravioletta e l’anidride carbonica del pianeta rosso, si sarebbero prodotte così delle nuove molecole che poi si sarebbero depositate sul suolo.

Stando alla terza ipotesi, inoltre, sostiene che il carbonio potrebbe derivare da una gigantesca nube interstellare ricca di carbonio 12 che il Sistema solare avrebbe attraversato ai suoi albori.