Scoperte 30 comete “aliene” in un altro sistema planetario in formazione, quello della stella Beta Pictoris: sono risultate straordinariamente simili a quelle che siamo abituati a vedere nel nostro Sistema Solare, formate da una serie di collisioni e rotture. Lo studio, guidato da Alain Lecavelier des Etangs dell‘Istituto di Astrofisica di Parigi appartenente al Centro Nazionale Francese per la Ricerca Scientifica (Cnrs) e pubblicato sulla rivista Scientific Reports, getta nuova luce sull’origine e l’evoluzione delle comete e sul loro impatto sulle caratteristiche dei pianeti, dal momento che parte dell’acqua terrestre è arrivata probabilmente da questi oggetti celesti.
La stella Beta Pictoris, distante 63,4 anni luce dal Sole nella costellazione del Pittore, è circondata da un disco protoplanetario, cioè un sistema planetario ancora in formazione, in cui sono stati scoperti due pianeti giganti gassosi nel 2008 e nel 2019. Il primo, Beta Pictoris b, è il più vicino alla sua stella che sia mai stato fotografato direttamente: si trova ad una distanza di poco inferiore a quella che divide Saturno dal Sole.
Le prime comete di questo sistema planetario giovane sono state scoperte nel 1987: all’epoca fu la prima volta per l’avvistamento di questo tipo di oggetti attorno ad una stella diversa dal Sole. Ora ne sono stati identificati altri 30, grazie a 156 giorni di osservazione fatti utilizzando il telescopio spaziale Tess della Nasa (Transiting Exoplanet Survey Satellite). I ricercatori sono stati in grado anche di determinare la grandezza dei nuclei delle esocomete, che variano dai 3 ai 14 chilometri di diametro, e di confermare la loro somiglianza con quelle che viaggiano nel Sistema Solare.
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