Sedili che cambiano colore dopo essere stati puliti, divisori dietro ogni fila di posti, luci ultraviolette per annientare germi e possibili particelle di virus.
Potrebbero cambiare così le cabine degli aerei in un futuro non troppo lontano, alla luce dell’esperienza insegnata dalla pandemia del Covid-19. Mentre il settore cerca infatti a fatica di recuperare i livelli pre-crisi, c’è già chi comincia a progettare l’interno dell’aereo del domani.
Un’idea di come potrebbe cambiare la cabina degli aerei arriva dallo studio di design inglese Priestman Goode, che – racconta sul suo canale viaggi la Cnn – ha ripensato l’economy e la business class con un’attenzione particolare a igiene e distanziamento.
Si parte dalla configurazione con sedili sfalsati per permettere ai passeggeri di stare seduti da soli o in coppia o in gruppo, agli schermi divisori alla fine di ogni fila di sedili per separare i viaggiatori. Spariscono invece gli schermi sui sedili, dando la possibilità ai passeggeri di vedere film o ascoltare musica dai propri dispositivi personali.
Via anche i tavolini richiudibili, sostituiti da vassoi che forniti direttamente dagli assistenti di volo nel momento del pasto e poi riconsegnati per essere ripuliti. Così come non ci sarà più la tasca in tessuto con riviste e brochures. Le istruzioni sulla sicurezza saranno stampate direttamente sul sedile di fronte.
Un’altra innovazione riguarda i sedili che, oltre a non avere cuciture per favorire una migliore pulizia, avranno tessuti trattati con inchiostri termocromici e fotocromici che avranno un determinato colore appena terminata la pulizia, che cambierà appena il passeggero si siede.
Si pensa anche ad apposite luci a raggi ultravioletti (‘far-Uvc’, che secondo recenti studi sono in grado di attaccare virus e batteri nell’aria) per la pulizia della cabina. In business class poi verranno garantiti spazi personali completamente protetti, con tende a tutta lunghezza, sistema di controllo della temperatura, guardaroba e cappelliera personali.
La società inglese stima che ci vorranno almeno tre anni per sviluppare e certificare questi prodotti. Nel frattempo il settore si trova a fare i conti con previsioni sempre più fosche per la ripresa. La Iata si aspetta a fine anno un calo dei passeggeri del 55% e un ritorno ai livelli pre-Covid non prima del 2024. L‘agenzia di rating S&P, invece, ha appena rivisto al ribasso le stime per fine anno, prefigurando che il 2020 si chiuda con un calo dei passeggeri addirittura del 60-70%.
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