A Torino il Festival delle migrazioni

Sono 70 milioni le persone oggi costrette a mettersi in viaggio. Di queste, 40 milioni vivono sfollate nel proprio paese. Ci sono poi più di 27 milioni di rifugiati fuggiti all’estero e 3 milioni di richiedenti asilo (dati Unhcr). Il paese che ha più rifugiati nei propri confini è la Turchia, con oltre 3 milioni di persone. Il magazine Focus ha analizzato i flussi, le rotte e gli andamenti delle migrazioni documentando come dipendano molto anche dalle decisioni politiche e dalle leggi di riferimento applicate a livello internazionale e nei paesi di destinazione. La convenzione Onu del 1951 è quella che ha introdotto il concetto di diritto di asilo e ha quindi definito lo status di rifugiato. Si tratta di una norma internazionale di altissimo livello che obbliga gli stati a dare rifugio a chi si trova in pericolo serio. Tuttavia, le norme approvate successivamente non hanno facilitato il rispetto di questo diritto. Su questo tema torna a Torino, dal 25 al 29 settembre 2019, la seconda edizione del Festival delle migrazioni, negli spazi dell’ex cimitero di San Pietro in Vincoli, Cottolengo e Scuola Holden.

Associazioni e sindacati

Cinque giorni di appuntamenti, riferisce LaPresse, per parlare di futuro e società a partire dall'attuale tema che interessa oggi l’Occidente. Attraverso l'arte, oltre che tramite incontri, dibattiti e momenti conviviali, si alterneranno nel corso del festival ospiti che a vario titolo in questi anni hanno elaborato a livello narrativo i processi e le storie che stanno cambiando il mondo in rapporto alla migrazione. Tra questi, l'attore e regista Ascanio Celestini, la già europarlamentare Elly Schlein e la scrittrice Igiaba Scego. Il Festival delle migrazioni è ideato dalle Compagnie torinesi Acti Teatri Indipendenti, AlmaTeatro e Tedacà, con il sostegno di Compagnia di San Paolo e Fondazione Piemonte dal Vivo e con il patrocinio della Città di Torino, Città metropolitana, Circoscrizione 7, in collaborazione con Scuola Cottolengo, Scuola Holden e associazioni che si occupano di migrazione sul territorio, tra cui Biennale Democrazia, Emergency, Medici senza frontiere, Coldiretti, Cgil. Tra i temi portanti di questa seconda edizione, che ha come filo conduttore un'analisi di quanto accaduto nell’ultimo anno, verrà dato ampio spazio alla migrazione al femminile, dalle difficoltà e gli ostacoli che le donne migranti si trovano ad affrontare al coraggio e alla forza delle protagoniste. Altri incontri, evidenzia La Presse, sono dedicati al legame tra informazione e diffusione dell'odio, all'incontro interreligioso tra le diverse comunità spirituali, alla situazione libica, alla dimensione economica della migrazione e alla politica dei muri e i business correlati. Tra le novità uno spazio dedicato al cinema, motivo per cui è stato aggiunto un giorno al festival rispetto alla passata edizione: mercoledì 25 settembre, spazio alla settima musa, in collaborazione con il Polo del ‘900, Crocevia di Sguardi, Psicologia Film Festival e Lovers Film Festival. Alla luce del successo dello scorso anno, è confermata nella sera di sabato la Cena delle cittadinanze, una lunga tavolata imbandita nel cortile di San Pietro in Vincoli. Ognuno dei partecipanti è invitato a portare del cibo da condividere e allo stesso tempo a gustare specialità culinarie dal mondo.

Protocollo d’intesa

Intanto la Uil e il Coordinamento della Macroregione Mediterranea hanno sottoscritto una lettera d’intenti con la quale si impegnano, ciascuno per la propria parte, a cooperare per individuare strategie comuni per accrescere le conoscenze socioculturali dei cittadini, dei lavoratori e delle imprese di quel territorio. “L’Europa e l’Africa – si legge nella Lettera di Intenti, firmata dal Segretario generale aggiunto, Pierpaolo Bombardieri e dal coordinatore della Macroregione Mediterranea Paolo Pantani – sono due continenti che oggi sono posti a confronto con le diversità ma anche con tante sfide e opportunità comuni. Tra l’Europa e l’Africa esistono problemi di dialogo e di sicurezza che necessitano di una soluzione geopolitica e di sviluppo e di politiche di cooperazione per il progresso e la Pace”. Anche per queste ragioni, connesse alla crisi economica che ha portato alla diffusione delle politiche di austerità in Europa, la Uil e il Coordinamento della Macroregione Mediterranea hanno deciso di attivare iniziative comuni, sul piano nazionale e internazionale, “affinché sia adottata dalla nuova Commissione Europea, anche per il Mediterraneo, la strategia macroregionale.” Una strategia che rappresenta una vera opportunità, ma che mostra ancora un forte ritardo nella sua applicazione. Diversi gli ambiti di intervento e di collaborazione: trasporti e sicurezza marittima, migrazioni, tutela ambientale, crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Su queste basi, osserva LaPresse, le parti si sono impegnate a definire un protocollo d’intesa per individuare le priorità e definire le iniziative comuni, attraverso un percorso positivo di democrazia partecipata.