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Wannacry : “Ancora non possiamo dire chi c’è dietro l’attacco hacker”

“Ancora non possiamo dire chi c’è dietro l’attacco hacker”, ma le indagini proseguono per individuare i responsabili. Lo ha dichiarato il ministro dell’Interno inglese, Amber Rudd, alla Bbc radio, all’indomani dell’attacco hacker attraverso il virus Wannacry. 

L’attacco di Wannacry

Maxi attacco hacker ai computer di tutto il mondo, tenuti letteralmente in ostaggio dal ransomware “Wannacry” (“Voglio piangere”) che, indifferentemente, starebbe bloccando i pc di strutture sanitarie, aziende e organizzazioni di numerosissimi Paesi d’Europa, sullo schermo dei quali apparirebbe una richiesta di riscatto in Bitcoin. Un vero e proprio assalto che sta rimbalzando dal Vecchio continente all’Asia orientale e che, secondo quanto riferito da alcune fonti, avrebbe colpito anche l’Italia. Per il momento, come riportato dal Centro nazionale per Cybersicurezza britannico, “non risultano accessi non autorizzati ai dati privati dei pazienti”, specificando però che “diversi funzionari del Servizio sanitario nazionale, ciascuno responsabile di ospedali, ha riferito di problemi con i personal computer”.

Cyber-attacco

A essere colpita, anche la società spagnola “Telefonica” che, a ogni modo, ha fatto sapere che almeno per il momento non ha avuto incidenze sulle reti internet e telefoniche fisse e mobili e sui 15 milioni di clienti del gruppo. Un ricercatore di cyber-security avrebbe inoltre affermato che l’attacco del ransomware ha proporzioni enormi. I protocolli di sicurezza sono comunque scattati immediatamente dopo l’individuazione dell’attacco e, come prima azione difensiva, molte compagnie hanno invitato i propri dipendenti a chiudere i propri computer per evitare la penetrazione del virus. Su alcuni schermi sarebbe apparso un messaggio nel quale si richiedeva il versamento di 300 dollari al fine di evitare il blocco di tutti i dati. I casi di attacco, definito “breve ma serio”, sarebbero non meno di 36 mila e, secondo i primi rilevamenti riportati da fonti del Ccn, gli hacker potrebbero aver utilizzato tecniche di infiltrazione della Cia, oppure una cyber arma della Nsa, sfruttando una falla nell’Smb Server di Windows, a suo tempo tamponata dall’azienda con un security update scaricabile.

Un ricatto informatico

In Italia, secondo quanto riferito da “Bbc news”, a essere colpiti sarebbero stati alcuni pc di un laboratorio universitario non meglio precisato. Il ransomware in questione si costituisce come una sorta di ricatto informatico: sugli schermi dei computer sotto attacco appare una schermata nella quale si esige un pagamento in bitcoin per consentire lo sblocco della macchina senza che sia possibile riavviare o chiudere la finestra. Non c’è ancora certezza sull’identità dei pirati informatici ma, a quanto risulta, tra i Paesi colpiti rientrerebbero, oltre a Spagna, Gran Bretagna e Italia, anche gli Stati Uniti, la Russia e la Cina.

redazione

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