Ancora un tragedia in alta quota. Questa volta l’incidente è avvenuto sul Monte Bianco a quota 4.100 metri. Lì hanno perso la vita tre alpinisti. Martedì mattina il crollo di seracchi era stato segnalato “ma le testimonianze raccolte tra gli alpinisti che si trovavano nella zona indicavano che nessuno era stato preso o sepolto dalla valanga”, ha spiegato il comandante del Peloton de gendarmerie de haute montagne di Chamonix, Stéphane Bozon, al quotidiano francese Le Dauphiné liberé. I corpi sono stati trovati sotto uno strato di neve di spessore compreso tra mezzo metro e un metro. Tutti avevano gravi traumi al cranio, quindi potrebbero essere morti sul colpo dopo essere stati trascinati per una distanza di 150 metri da una massa di neve e ghiaccio.
Il gruppo era partito nel giorno di Ferragosto con l’obbiettivo di raggiungere la vetta del Monte Bianco attraverso la via dei tre monti, una delle due vie normali di ascesa alla vetta. Dopo una serata trascorsa al rifugio des Cosmiques (3.613 metri di quota), martedì la cordata era partita all’una e quindici in direzione del Mont Maudit. Meno di quattro ore dopo i tre sono stati travolti dalla massa di ghiaccio e neve. Il 12 luglio del 2012 alle pendici del Mont Maudit si era verificato uno dei più tragici incidenti sulle Alpi degli ultimi anni. Nove alpinisti erano morti e 11 erano rimasti feriti per il crollo di un seracco. Quattro erano inizialmente dispersi ma poi erano stati trovati illesi. Tra loro la guida alpina francese Daniel Rossetto, 67 anni, morto l’11 agosto scorso dopo una caduta di 250 metri sul Triangle du Tacul, ancora nel massiccio del Monte Bianco.
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