Alessio, il bambino di sette anni unico superstite della famiglia scomparsa tragicamente durante una visita alla Solfatara di Pozzuoli, è stato ascoltato dai pm con l’assistenza di uno psicologo. In questi giorni, anche dopo l’arrivo degli zii e dei nonni, il bambino è stato seguito dagli assistenti sociali del Comune di Pozzuoli e da due psicologi, ai quali ha continuamente chiesto notizie del fratello e dei genitori.
Nel frattempo la procura di Napoli, anche se non ha iscritto nessuno nel registro degli indagati, ha aperto un fascicolo di inchiesta per omicidio plurimo colposo. Il dubbio dei magistrati riguarda la sicurezza del sito. Infatti, come affermato da una testimone – come riportato dal sito www.tgcom24.mediaset.it – sembrerebbe che la voragine dove prima è caduto il bambino e poi i suoi genitori, non fosse stata segnalata. Tgcom24 ha riportato che a rilasciare la testimonianza è una donna che abita al primo piano di una palazzina che affaccia sulla solfatara. La donna, che afferma di aver visto tutto dalla finestra della sua abitazione, ha dichiarato che il bambino non ha scavalcato nessuna recinzione. Anche un altro testimone, la cui versione è riportata sempre dal sito online di Tgcom24, ha affermato che in quella zona non ci sono transenne, ma “solo una catenella bianca e rossa ma molto bassa”.
Nel frattempo le autorità hanno eseguito nuovi sopralluoghi nella Solfatara di Pozzuoli e gli inquirenti hanno acquisito dei documenti dalla sede della Vulcano Solfatara Srl. Il loro scopo è quello di accertare l’eventuale violazione delle norme di sicurezza a tutela dei lavoratori e dei turisti del sito.
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