L’operazione “Ermes” condotta dalla polizia e coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Palermo ha permesso di arrestare esponenti del vertice Cosa Nostra e fedelissimi del Boss Messina Denaro, uno dei latitanti più ricercati al mondo e condannato all’ergastolo per le stragi che hanno insanguinato Roma, Firenze e Milano nel 1993.
Il blitz ha portato a undici arresti e decine di perquisizioni nelle province di Palermo e Trapani. All’operazione, partecipa anche il Ros dei carabinieri. Le misure cautelari sono state notificate ai capi del ‘mandamento’ mafiosi di Mazara del Vallo e dei clan di Salemi, Santa Ninfa e Partanna. Tali indagini, sono una prosecuzione delle operazioni “Golem” ed “Eden” che hanno già portato in carcere diverse familiari del boss. Inoltre è emerso che la cerchia di Denaro continua a comunicare attraverso i “pizzini”, uno dei metodi più antichi, prediletto anche da Bernardo Provenzano, che prevede l’uso di fogli di carta ripiegati più volte e sigillati abbondantemente dallo scotch.
E’ in due masserie di Mazara del Vallo e Campobello che avveniva lo smistamento dei bigliettini. Secondo quanto riferito dagli inquirenti, i pizzini venivano nascosti sotto terra e secondo il “regolamento” i messaggi dovevano essere letti e distrutti, le risposte poi dovevano giungere entro 15 giorni massimo.
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