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Strage di Charleston, Dylan Roof condannato per omicidio: ora rischia la pena di morte

L’autore della strage nella chiesa di Charleston in South Carolina, Dylan Roof, è stato giudicato colpevole di ben 33 capi di accusa tra cui omicidio e crimine d’odio. Ora rischia la pena di morte. Durante la lettura del verdetto, il 22enne che si è sempre dichiarato colpevole, non ha mostrato nessuna espressione, secondo quanto riferiscono i media statunitensi. Il crimine di Roof è stato definito “crudele e calcolato“. La giuria federale nella città portuale a maggioranza nera, ha impiegato solo due ore di camera di consiglio per decidere.

Lo scorso 17 giugno Dylan Roof, armato di pistola, entrò nella Mother Emanuel Church di Charleston, dove alcuni fedeli era riuniti per un incontro sulla Bibbia. In un primo momento il giovane finse di essere interessato alla catechesi e fu fatto sedere di fianco al reverendo Clements Pickney, una delle vittime. Improvvisamente estrasse l’arma e fece fuoco contro tutte le persone che erano sedute intorno al tavolo, non lasciando scampo a nessuno. La sparatoria causò nove vittime, tutte di origine afroamericana.

Il killer fu identificato dall’Fbi grazie alla testimonianza di una donna, e arrestato mentre guidava la sua auto in una strada di Shelby. Roof aveva immediatamente confessato di essere l’autore della strage e di aver comperato l’arma usata nell’attacco, una calibro 45, in un negozio di armi di Charleston. Durante il processo è stato mostrato il video in cui il ragazzo ammette di aver compiuto il massacro. “L’ho fatto – afferma -, li ho uccisi”. La governatrice del South Carolina, Nikky Haley, ha commentato la sentenza dicendo :”La mia speranza è che i sopravvissuti, le famiglie e le persone del South Carolina possano trovare un po’ di pace nel fatto che giustizia è stata fatta”.

Dopo l’arresto e le perquisizioni nella casa di Roof, il coinquilino, Dalton Tyler, ha dichiarato alle forze dell’ordine che il killer aveva intenzione di scatenare una “guerra razziale. Tyler inoltre, durante la sua deposizione, ha affermato che Roof “pianificava qualcosa del genere da sei mesi” ed “era fissato con segregazione ed altre cose del genere”. “Dylan diceva di voler scatenare una guerra civile – ha dichiarato ancora il suo coinquilino -, che avrebbe fatto qualcosa del genere e poi si sarebbe ucciso”.

Il 3 gennaio comincerà la parte del processo per stabilire se Roof sarà condannato alla pena di morte o all’ergastolo. Nel primo caso sarebbe la seconda volta in poco tempo che il Dipartimento alla giustizia vedrebbe accolta la rara richiesta della pena capitale a livello federale. L’altro episodio si riferisce alla condanna dell’attentatore sopravvissuto della maratona di Boston.

Manuela Petrini

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