Smantellata la rete di Anis Amri

Una nuova operazione dell'antiterrorismo della Polizia ha portato all'arresto di cinque persone, tra Roma e Latina, riconducibili alla rete di Anis Amri, il tuniso autore della strage al mercatino di Natale a Berlino, ucciso a Sesto San Giovanni (Milano) il 23 dicembre del 2016. 

Le accuse

Gli agenti dell'Ucigos, assieme a quelli della Digos, hanno eseguito le cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma. Nei confonti degli arrestati, le accuse ipotizzate sono addestramento e attività con finalità di terrorismo internazionale, associazione a delinquere finalizzata alla falsificazione di documenti e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Oltre agli arresti, nel corso dell'operazione denominata “Mosaico”, sono state eseguite delle perquisizioni nelle province di Roma, Latina, Caserta, Napoli, Matera e Viterbo. 

Gli arrestati

Tra i cinque finiti in manette, c'è anche un tunisino che avrebbe dovuto procurare i documenti falsi ad Amri per permettergli di lasciare l'Italia. Gli altri quattro arrestati, anche loro di origini tunisine, sono accusati di aver fatto entrare illegalmente in Italia un centinaio di migranti clandestini a cui fornivano documenti falsi per poter proseguire verso altri Paesi europei.

Gli arrestati sono Abdel Salem Napulsi, già in carcere a Rebibbia dal 22 novembre 2017, Akram Baazaoui, Mohamed Baazaoui, Dhiaddine Baazaoui e Rabie Baazaoui. L’attenzione degli investigatori è focalizzata su Napulsi che, si legge nell’ordinanza, “dopo aver ascoltato l’invito a divenire martire della Jihad e sui vantaggi post mortem dello stesso martirio e visionato video di propaganda e brutale violenza, acquisiva istruzioni sull’uso di armi da fuoco – quali carabine e lanciarazzi soprattutto del tipo PRG – 7 nonché sulla modifica di armi di libera vendita – poneva in essere comportamenti – quali l’esame delle possibilità di acquisto o locazione di mezzi di trasporto pesanti quali camion o pickup idonei a montare armi da guerra, nonché a scaricare e visionare modalità di acquisito di armi di libera vendita – univocamente finalizzati ad arrecare grave danno al Paese o ad un’organizzazione internazionale”.