Si sono presentati spontaneamente ai carabinieri i due uomini che avrebbero partecipato all'agguato, finito con la sua uccisione, a un 63enne di Rozzano, nel milanese. Un delitto commesso nella giornata di ieri e sul quale sono in corso le indagini della Procura di Milano: a sparare, un uomo di 34 anni che, dopo aver saputo dei sospetti di presunti abusi commessi dal suo ex suocero nei confronti di sua nipote, figlia del suo omicida, il quale avrebbe per questo deciso di vendicarsi, freddando il 63enne con una modalità da vera e propria esecuzione. Assieme a lui, al momento dell'omicidio sarebbe stata presente anche un'altra persona, di 27 anni, la quale sarebbe stata alla guida dello scooter con cui si sono recati sul luogo dell'omicidio e che si è presentata in commissariato nello stesso momento. Sul caso indagano il pm Monia Di Marco e l'aggiunto Letizia Mannella, i quali coordinano anche l'indagine sui presunti abusi sessuali nei confronti della piccola, di 5 anni.
Fin dal principio i sospetti si erano incentrati su vicende familiari: l'omicidio è stato commesso all'uscita di un centro commerciale, dove la vittima si stava intrattenendo per parlare con alcuni conoscenti. Il killer si è avvicinato con lo scooter (guidato appunto dall'altra persona) e, dopo aver gridato il nome dell'uomo, lo ha ucciso scaricando il caricatore della pistola contro di lui, per poi darsi alla fuga. Quattro colpi sono andati a segno, due all'addome, uno alla spalla e un altro al collo, quest'ultimo rivelatosi probabilmente fatale. L'omicida si è costituito a nemmeno 24 ore dall'assassinio: si tratta di un pregiudicato con alle spalle dei precedenti legati a droga, reati contro il patrimonio, contro la persona e resistenza a pubblico ufficiale.
Dopo essersi consegnato, l'uomo avrebbe solo ammesso di essere responsabile del delitto, senza rivelare ulteriori dettagli. Quanto al movente, avrebbe affermato di aver motivo di credere che il suo ex suocero fosse responsabile di abusi di natura sessuale contro la sua bambina. Per quanto riguarda la seconda persona, avrebbe affermato di aver accompagnato l'amico senza sapere quali fossero le sue intenzioni. Entrambi sono stati sottoposti a fermo d'indiziato di delitto per omicidio volontario aggravato e porto di arma da fuoco in concorso.
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