Prima della sua scomparsa Yara Gambirasio non mostrava alcun sintomo di preoccupazione e non c’era nessuno che aveva tentato di approcciarla. Lo ha assicurato Keba Gambirasio, sorella della 13enne di Brembate di Sopra ritrovata morta il 26 febbraio successivo in un campo di Chignolo d’Isola, nel corso della sua deposizione come testimone al processo a carico di Massimo Bossetti
Alla domanda dell’avvocato Claudio Salvani, difensore del carpentiere di Mapello, se Yara fosse preoccupata, Keba ha risposto con un secco “no”. Quando poi le è stato chiesto se ci fosse qualcuno che l’avesse approcciata, ha replicato: “No, penso che me lo avrebbe detto e che me ne sarei accorta”, considerato anche che “condividevamo la stessa camera”.
Quanto a Massimo Bossetti, unico imputato per l’omicidio della 13enne di Brembate: “Non l’ho mai visto prima del giorno del suo arresto, così come non ho mai visto nessuno dei suoi familiari. Non l’ho mai sentito nominare e non l’ho mai notato fuori dalla palestra” frequentata da Yara. Da Keba Gambirasio anche una rapida descrizione sul carattere della sorella e sulla sua corporatura: “Era sveglia, molto agile, bassa di statura e piuttosto muscolosa”.
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