Categories: Cronaca

Parigi, falso allarme alla gare du Nord: giornalista indagato per “violazione e diffusione di segreto professionale”

Violazione e diffusione del segreto professionale. Sono queste le accuse di cui dovrà rispondere un giornalista francese, finito al centro di un’indagine della polizia d’Oltralpe in seguito al falso allarme alla gare du Nord, a Parigi.

L’inchiesta

A finire nel mirino della giustizia francese, come riportato dall’agenzia Ansa, è il giornalista indipendente Jean-Paul Ney che, come sottolineato da alcune fonti giudiziarie, che ha diffuso sul suo account Twitter le foto di tre ricercati, sospettati di radicalizzazione, non francesi ma a rischio di ingresso nel Paese per commettere attentati. Le foto, come spiegato dagli inquirenti, non erano destinate alla diffusione, ma all’uso interno della polizia per cercare di mettersi sulle tracce dei tre ricercati.  A Valenciennes, nel nord della Francia, un’impiegata allo sportello della stazione ha creduto di riconoscere i tre che aveva visto sul web ed ha dato l’allerta, scatenando – senza motivo – l’operazione di questa notte alla stazione parigina.

L’operazione alla gare du Nord

La Gare du Nord, il più grande scalo ferroviario parigino, è stata evacuata in una maxi operazione delle Forze Speciali che, dopo la segnalazione (attorno alle 23) da parte di un controllore di tre individui sospetti. Il piazzale antistante la stazione è stato chiuso e gli ingressi della metro sono stati presidiati a lungo dagli agenti. Sul posto, sono giunti anche i furgoni della Bri, le Forze Speciali di sicurezza francese. Sui social, in particolare su Twitter, diversi viaggiatori hanno fatto sapere di essere rimasti bloccati all’interno dei treni poco prima dell’ingresso in stazione.  I tre individui, i cui profili erano già stati segnalati venerdì scorso ai servizi segreti francesi da un altro Stato, sono considerati pericolosi. Le segnalazione degli stessi soggetti, a partire da venerdì scorso, si sono rincorse da Parigi a Bordeaux, fino a Marsiglia, facendo scattare ogni volta un importante dispositivo di polizia, ma ogni volta l’operazione è terminata con un buco nell’acqua.

Manuela Petrini

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