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ISTANBUL, UCCISI I SEQUESTRATORI. MORTO ANCHE IL MAGISTRATO IN OSTAGGIO

E’ finito in un bagno di sangue fra raffiche di mitra e esplosioni, dopo otto ore di angoscia, in un blitz delle teste di cuoio turche, il sequestro al Palazzo di Giustizia di Istanbul del pm Mehmet Selim Kiraz preso in ostaggio da due ‘brigatisti’ del gruppo di estrema sinistra Dhkp-C, che chiedevano “giustizia” sulla morte di Berkin Elvan, il ragazzo simbolo delle grandi proteste di Gezi Park. Il magistrato, gravemente ferito nell’assalto della polizia, non ce l’ha fatta. E’ morto poco dopo in ospedale, nonostante un disperato tentativo dei chirurghi di salvarlo. Nell’assalto sono stati uccisi anche i due sequestratori. Testimoni hanno riferito di avere udito durante il blitz molti spari, raffiche di mitra, due forti esplosioni.

Il procuratore turco Mehmet Selim Kiraz era stato preso in ostaggio mentre si trovava all’interno del tribunale di Istanbul. Secondo le foto che erano apparse sulla piattaforma social di Twitter, i responsabili dell’azione erano stati identificati come membri dell’organizzazione fuorilegge Partito-Fronte rivoluzionario di liberazione del popolo (Dhkp-C).  Negli scatti il procuratore appariva alla sua scrivania e alle sue spalle un uomo con il volto coperto che con una mano gli teneva tappata la bocca, mentre con l’altra gli puntava una pistola alla tempia. Dietro di loro la bandiera del Dhkp-C.

Il sequestro del procuratore era legato alle sue indagini sulla morte di Bekin Elvan, un adolescente morto durante le proteste di Parco Gezi nel 2013 a causa di un lacrimogeno che lo aveva colpito agli occhi. Gli autori del gesto avevano lanciato un ultimatum alle autorità, fissando il termine per accogliere le loro richieste alle 3.36 di oggi. Per rilasciare l’ostaggio avevano richiesto la confessione dell’agente considerato responsabile, la creazione di un tribunale speciale per giudicare tutti i poliziotti coinvolti e il proscioglimento di coloro che manifestarono nelle piazze per esprimere solidarietà nei confronti del giovane assassinato.

Mentre le forze dell’ordine avevano isolato la zona, il vice procuratore capo di Istanbul, Vedat Yigit, aveva dichiarato al quotidiano Hurriyet che, tramite un mediatore, erano iniziate le trattative con i sequestratori.

Il procuratore Kiratz era stato incaricato di occuparsi del caso Elvan circa sei mesi fa. Nel pomeriggio di martedì 31 marzo su Twitter sembra sia apparso un post del padre del ragazzo, Sami Elvan, il quale chiedeva la liberazione del procuratore. “Mio figlio è morto – scrive sul social l’uomo – ma non per questo deve morire un’altra persona”.

Manuela Petrini

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