Categories: Cronaca

Falsi prosciutti “San Daniele”: 103 indagati

Prosciutti…falsi. La Procura ha infatti chiuso le indagini preliminari sull'ipotesi di un'associazione per delinquere finalizzata alla frode in commercio di prodotti agroalimentari con denominazione di origine protetta, alla contraffazione della Dop “Prosciutto di San Daniele”.

Numerosi i reati contestati ai 103 gli indagati, tra persone fisiche e società, responsabili e impiegati del macello di Aviano (in provincia di Pordenone), allevatori, prosciuttifici, nonché ispettori del Consorzio di tutela. Emessi decreti di sequestro per 270 mila prosciutti per un totale di 27 milioni di euro.

Molteplici truffe

I magistrati ipotizzano anche truffe per ottenere un contributo previsto dal piano di sviluppo rurale della Comunità europea di 400 mila euro, e per incassare ulteriori contributo per 520 mila euro. Scoperti anche reati di natura fiscale e ambientale. I reati sono stati contestati a 62 persone – tutti della filiera produttiva, di controllo e sanitaria – a 25 imprese ed a 16 posizioni stralciate ad altre procure.

Inoltre, le condotte contestate riguardano anche la commercializzazione di carne di suino con la certificazione di qualità regionale “Aqua”, il cui disciplinare di produzione è analogo a quello del prosciutto di San Daniele.

Parma

L'inchiesta è parallela a quella della Procura di Torino che ha fatto emergere le medesime ipotesi di reato in relazione alla Dop Prosciutto di Parma. Nel febbraio dello scorso anno l’Ispettorato Centrale Repressione Frodi aveva effettuato decine di perquisizioni in Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna e Veneto all’interno di imprese attive nel settore suinicolo al fine di tutelare le produzioni a denominazione di origine protetta Prosciutto di Parma e Prosciutto di San Daniele DOP. 

In quella occasione erano stati indagati oltre 30 titolari di imprese, accusati di associazione per delinquere finalizzata alla frode in commercio aggravata: avrebbero utilizzato suini non ammessi dal disciplinare di produzione, vale a dire senza le caratteristiche di qualità e tipicità richieste per produrre prosciutti Dop.

“Il Ministero – sottolineava il Ministro Maurizio Martina – conferma la massima attenzione nella tutela delle produzioni italiane di qualità e della sicurezza dei consumatori che, in tutto il mondo, chiedono il vero Made in Italy agroalimentare. Questo vuol dire anche salvaguardare il lavoro delle aziende oneste che ogni giorno, con passione e professionalità, contribuiscono a garantire l’eccellenza del comparto”.

Milena Castigli

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