È definitiva la condanna a 12 anni di carcere per Teodoro Crea. Lo ha deciso la seconda sezione della Cassazione davanti alla quale si è discusso ieri il processo per l’estorsione ai danni di Nino De Masi, l’imprenditore della Piana di Gioia Tauro che da anni vive sotto scorta e che, assistito dall’avvocato Antonio Mazzone, si era costituito parte civile nel processo.
“In questo momento io credo di essere uno dei pochi imprenditori in un paese occidentale che ha l’azienda presidiata dall’esercito – ha raccontato recentemente De Masi a In Terris -. C’è un chek point militare all’ingresso. Lei, quando viene da me, deve passare un chek point militare. In più vengo chiamato come testimone di giustizia, ma io mi definisco un cittadino che ha fatto e che fa il suo dovere“.
La Suprema Corte ha confermato la sentenza di secondo grado emessa a giugno nei confronti del boss di Rizziconi difeso dall’avvocato Francesco Albanese.
È stata annullata con rinvio, invece, la condanna a 8 anni inflitta a Giuseppe Crea. Il figlio del boss Teodoro, difeso dall’avvocato Pasquale Loiacono, adesso sarà giudicato di nuovo a Reggio Calabria da una nuova Corte d’Appello.
Con la sentenza emessa ieri, la Cassazione conferma che c’è stata l’estorsione ai danni di De Masi. Quest’ultimo era costretto a consegnare alla cosca trattori e macchine per l’agricoltura, ma anche altri attrezzi e materiale vario.
Il tutto, stando alla ricostruzione della Procura, senza mai ottenere il pagamento della merce, il cui valore ammontava a oltre 180 mila euro. Per la stessa estorsione, ma anche per associazione mafiosa, a settembre il gup di Reggio Calabria ha condannato a 23 anni di carcere anche l’altro figlio del boss, l’ex latitante Domenico Crea, imputato in uno stralcio dello stesso processo in cui è parte offesa sempre l’imprenditore De Masi.
I Crea sono una ‘ndrina originaria di Rizziconi, comune in provincia di Reggio Calabria e storicamente alleata con il clan Alvaro di Sinopoli. Il boss Teodoro Crea, oggi ottantenne, venne arrestato – dopo 10 anni di latitanza – il 3 luglio 2006 nella frazione Castellace del comune di Oppido Mamertina (nella piana di Gioia Tauro) durante una riunione della ‘Ndrangheta insieme ad altri due affiliati.
Domenico Crea venne arrestato il 2 agosto 2019 a Santa Domenica di Ricadi (VB). Al tempo aveva 37 anni ed era latitante dal 2015: era infatti stato condannato il 4 aprile 2019 a 21 anni di carcere per associazione di stampo mafioso ed estorsione.
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