Sono 41 gli indagati – 37 persone fisiche e quattro società – gli indagati per il crollo del ponte 167 sull’A14 che, lo scorso 9 marzo, costò la vita a due coniugi di Ascoli Piceno, Emidio Diomede e Antonella Viviani. Tra loro anche 6 tra dirigenti e funzionari di Aspi-Autostrade per l’Italia.
Lo scorso 9 marzo, nel tratto di autostrada tra Ancona Sud e Loreto da diverso tempo interessato dai lavori di ampliamento a tre corsie, la struttura provvisoria posizionata a sostegno del cavalcavia, chiuso al traffico, ha ceduto. L’incidente è avvenuto al chilometro 235,8. Nel crollo è rimasta coinvolta una vettura che stava percorrendo l’autostrada e i due occupanti sono deceduti. Inoltre, nel cedimento del ponte, sono rimasti feriti anche due operai.
Tra i nomi di coloro che sono stati iscritti nel registro degli indagati ci sono Roberto Tomasi, condirettore generale Nuove Opere, e i responsabili di procedimento, gli ingegneri Giovanni Scotto Lavina e Guido Santini. Tra i vari nomi, spicca quello di Mauro Coletto, direttore della Struttura di vigilanza sulle concessioni autostradali del ministero delle Infrastrutture.
Tutti gli indagati, comprese le quattro società – Autostrade per l’Italia, Pavimental, Delabech e Spea Engeneering – sono stati raggiunti da un avviso di garanzia per le accuse, a vario titolo, di disastro colposo, omicidio colposo, cooperazione in omicidio colposo, lesioni colpose e violazione delle norme sulla sicurezza.
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