CONDANNATI A MORTE 45 ALBERI. LA XYLELLA NON PERDONA

Alberi

La condanna a morte è sintetizzata in poche righe di un documento notificato all’alba a cinque proprietari di uliveti a Oria: l’esecuzione è stata compiuta, con un dispiegamento militare di forze dell’ordine a circondare la zona per evitare disordini. Sono andati giù 45 alberi, tutti in contrada Frascata, al confine tra il Brindisino
e il Tarantino, laddove è individuato uno dei focolai più a nord della zona contaminata dal batterio killer, la Xylella.  Le operazioni sono state condotte tra le proteste degli agricoltori e l’embargo per gli ambientalisti che non hanno potuto raggiungere la zona. Uno a uno, fronda per fronda: con la motosega e i cingolati i forestali, attorniati da carabinieri, finanzieri e poliziotti, hanno eseguito l’ordine giunto da Bari per ottemperare alle misure comunitarie entrate in vigore tra aprile e maggio.

“L’operazione – ha dichiarato il commissario straordinario per l’emergenza Xylella, Giuseppe Silletti – si aggiunge ai risultati raggiunti fino ad oggi che hanno visto la lavorazione con le buone pratiche agricole di oltre 62 mila ettari di terreni che ci hanno consentito di ridurre del 90% la presenza dell’insetto vettore sul territorio”. Il commissario ha ringraziato per la collaborazione gli uomini schierati in campo, ma anche i contadini, alcuni dei quali si sono recati sul posto, senza ostacolare i lavori, ma con animo tutt’altro che sereno: “E’ un crimine” ha detto una donna, in lacrime, proprietaria di un uliveto dal quale sono state eliminate 18 piante.

“Non ci hanno mai mostrato le analisi che abbiamo chiesto”, ha invece commentato Franco Curci, un agronomo che ha dovuto dire addio a otto piante: “Non è così che la sconfiggeranno” ha spiegato ai giornalisti.  Gli ulivi fatti a pezzi sono ritenuti “infetti”. Appartengono alla schiera degli alberi contrassegnati nel marzo scorso con una X rossa. Il 13 aprile l’eradicazione colpì le prime sette piante.

I blocchi delle forze dell’ordine erano già disposti nei pressi degli svincoli vicini alla provinciale che collega la città federiciana a Carosino, la strada attraverso cui si raggiunge il fazzoletto di terra grigia sul quale, maestose, fanno bella mostra di sé le distese di ulivi. Creature recenti, alcune. Ma proprio lì, più all’interno, ce ne sono di millenarie.

Ai proprietari è stato consentito di entrare con i propri mezzi per recuperare la legna. Almeno quella. Il sindaco di Oria, Cosimo Ferretti, pure ha raggiunto il luogo ed è sul piede di guerra: “Il Comune è stato tenuto all’oscuro, almeno ci fossero garanzie per un ristoro dei danni per questa gente”, dice.

Gli interventi non si concluderanno con questa mattanza arborea: nei provvedimenti notificati ai proprietari, si fa intendere che si tornerà a intervenire sulla base di nuovi atti commissariali che sono già stati predisposti sulla base delle decisioni Ue. Anche nel raggio dei 100 metri dai focolai.