Si stringe il cerchio attorno a Matteo Messina Denaro, detto U siccu («il magro»), tra i latitanti di Cosa Nostra più ricercati al mondo. La Direzione distrettuale antimafia di Palermo ha infatti disposto nuovi controlli e stamattina gli investigatori hanno passato al setaccio abitazioni, casolari di campagna e aziende in diversi comuni della provincia di Trapani al fine di colpire la rete di fiancheggiatori che protegge la latitanza del boss.
Complessivamente, sono 17 gli indagati nella nuova inchiesta, tra cui anche persone che storicamente hanno avuto stretti rapporti con Messina Denaro. Le perquisizioni sono scattate all'alba: oltre 150 uomini del Servizio centrale operativo, delle squadre mobili di Trapani e Palermo, del Reparto prevenzione crimine hanno agito a Castelvetrano, Mazara del Vallo, Partanna, Santa Ninfa, Salaparuta e Campobello di Mazara nei confronti di soggetti che nel corso degli anni sono stati arrestati per associazione mafiosa o che hanno avuto collegamenti con personaggi riconducibili a Cosa Nostra.
“Dice che era in Calabria ed è tornato passa qua e i cristiani ci vanno” diceva uno degli arrestati dell'ultimo blitz della Dda, avvenuto un mese fa, che aveva portato in carcere 21 persone tra boss e gregari dei clan di Castelvetrano, Partanna e Mazara del Vallo.
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