Una cinquantina tra migranti e attivisti “No Borders”, soprattutto francesi, sono di nuovo tornati ad “occupare” gli scogli di Ventimiglia. Infatti alle prime luci dell’alba di stamattina sono scattate le operazioni di sgombero, Polizia e Carabinieri sono intervenuti con circa 200 agenti e hanno circondato la tendopoli organizzata da alcuni attivisti italiani e francesi. Anche i camion della nettezza urbana sono arrivati nell’accampamento e hanno iniziato a rimuovere le tende, i materassi, i tavolini, insomma tutto ciò che i profughi avevano accumulato in questi mesi nella piazzola di sosta. Ad assistere all’operazione di sgombero è arrivato anche il sindaco della città, Enrico Ioculano, accompagnato da tutta l’amministrazione comunale.
A richiedere lo sgombero è stato proprio il sindaco di Ventimiglia, Ioculano: “Questa occupazione deve finire. Queste persone hanno offeso la città, che ha vissuto tutto quel che è accaduto negli ultimi mesi con spirito di solidarietà, tolleranza, accoglienza. La risposta è stata quella di creare continui disagi”.
La protesta degli attivisti e dei migranti aveva preso il via nella notte, con lo spostamento sugli scogli. Nella notte un post era apparso sulla pagina Facebook dei “No Borders”: “Notte di preparativi per resistere alla possibilità, sempre più concreta, dello sgombero dell’area del Presidio dei Balzi Rossi – si legge nella pagina del social network – molti indizi lasciano temere il peggio e per questo, discussa la questione in assemblea con gli shebab, abbiamo deciso di spostarci sugli scogli pronti a resistere, come quell’11 giugno quando tutto cominciò con l’azione decisa di un gruppo di migranti che trovarono la frontiera con la Francia chiusa e decisero di rifugiarsi sulle rocce in riva al mare, esattamente davanti alla frontiera di Ponte San Ludovico. Tra poco saremo lì di nuovo. e se qualcuno avesse pensato il contrario WE’RE NOT GOING BACK!”.
La prima protesta dei migranti a Ventimiglia è scoppiata intorno alla metà di giugno, quando la Francia aveva deciso di bloccare la frontiera, impedendo ai migranti di attraversare il confine. La polizia era intervenuta per cercare di sgomberare i migranti, ma circa ottanta migranti erano scappati sulla scogliera e avevano minacciato di tuffarsi in mare. Lo slogan di quella protesta era: “Non possiamo tornare indietro, di qui non ce ne andiamo”.
Per molti giorni la situazione di Ventimiglia ha attirato l’attenzione dei media nazionali e internazionali. Una protesta che è durata circa cento giorni, ma che poi ha improvvisamente cambiato forma: in aiuto degli immigrati erano arrivati i No Borders, ossia giovani dei gruppi sociali che hanno provveduto ad istallare un accampamento sotto la scogliera e tra le arcate ferroviarie dei Balzi Rossi.
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