Categories: Cronaca

Avellino, bomba al vescovato: 3 feriti

Una vendetta contro un mondo a cui chiedeva aiuto e da cui si sentiva respinto. Potrebbe essere stato questo il motivo che ha spinto Nelson  Lamberti, 49 anni, salernitano ma residente a Forino, nell’avellinese, a fabbricare una bomba artigianale da far scoppiare contro il portone del vescovado in piazza della Libertà. L’esplosione, avvenuta ieri pomeriggio alle 17:30, ha causato tre feriti non gravi. Lamberti adesso è nel carcere di Bellizzi.

Lo scoppio

La calma di un pomeriggio d’agosto prima infastidita da delle urla, poi squarciata da un boato. Lamberti, dopo aver piazzato il ordigno ‘fai da te’ sotto dei cartoni, in modo da nasconderlo alla vista, ha imprecato violentemente contro il clero, attirando l’attenzione dei presenti. Poi ha dato fuoco al cartone per esplodere tre bomboletta a gas, di quelle che si usano di solito in campeggio ed fuggito. Un passante, Antonio D’Agostino, 64 anni, ha provato a spegnere le fiamme per impedire l’esplosione ed ha riportato ustioni di secondo grado al braccio e al volto. Ora è ricoverato nel Centro grandi ustioni dell’ospedale Antonio Cardarelli, ma non in condizioni gravi. Tanta paura e qualche piccola escoriazione per le altre due persone coinvolte, il vigile urbano Domenico Pironti e il direttore della Caritas Carlo Mele, che si trovava dentro la curia. Mele è anche garante per i diritti dei detenuti nel carcere di Bellizzi, conosce Lamberti e si è detto disposto a perdonarlo e a capire le sue ragioni.

Il movente

L’attentatore voleva vendicarsi.  E’ stato lui stesso a raccontare alle autorità di aver avuto dei diverbi con la  Caritas, la mensa dei poveri, dove si reca spesso, e di essersi scontrato con un operatore del Centro d’ascolto Zaccheo. Una vicenda di pochi giorni fa. Lamberti avrebbe chiesto di poter avere del vitto, denaro e un impiego ma gli sarebbero stati rifiutati. Per cui progetta il suo piano ai danni del vescovo Arturo Aiello e di Carlo Mele, lo mette in atto e si dà alla fuga. Ma dura poco, perché un uomo che ha assistito alla scena lo rincorre e riesce a fermarlo.

Lorenzo Cipolla

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