Buche stradali che valevano…oro. Almeno quelle presenti sulle strade che collegano Messina e Siracusa. E' quanto scoperto dalla Procura di Catania e dalla Guardia di finanza di Catania che hanno scoperchiato un giro di mazzette attorno ai cantieri strafdali truffa: i lavori di manutenzione straordinaria venivano pagati con cifre a tanti zeri, ma non venivano mai eseguiti fino in fondo.
All'alba di oggi è scattato il blitz del Comando provinciale della Guardia di finanza di Catania, su delega della locale Procura distrettuale. I militari stanno eseguendo un'ordinanza di misure cautelari nei confronti di funzionari dell'Anas dell'area compartimentale etnea e di imprenditori di Palermo, Caltanissetta e Agrigento. Nei loro confronti il gip ha emesso un provvedimento cautelare in carcere e agli arresti domiciliari che ipotizza reati di corruzione in concorso commessi nell'esecuzione dei lavori di rifacimento di strade statali della Sicilia orientale e centrale. L'inchiesta rappresenta il primo sviluppo di una più vasta indagine, denominata “Operazione buche d'oro”, che, sottolinea la Procura distrettuale, sta “portando alla luce rodati meccanismi corruttivi” all'interno dell'Anas di Catania. Il 20 settembre scorso, ricostruisce Repubblica.it, i finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria avevano sorpreso un imprenditore mentre consegnava una mazzetta da 10mila euro a due funzionari, all’interno degli uffici dell’Anas, i soldi erano anche per il loro dirigente. Dopo essere finiti in manette, hanno subito confessato. A casa di un funzionario c'erano 40.000 euro in contanti avvolti nella carta stagnola, nascosti in un armafio.
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