Lutto nel mondo del giornalismo. E' morto stanotte all'ospedale Cardarelli di Napoli, Luigi Necco, volto storico di 90° minuto. Il giornalista è stato stroncato da una insufficienza respiratoria. Aveva 84 anni.
Nato nel capoluogo campano l'8 maggio 1934, inizia la carriera negli anni '50 al Corriere di Napoli mentre è ancora studente in Istituzioni dell'Europa orientale – nell'allora Istituto Universitario Orientale – per poi passare in Rai dove, dal 1978 al 1993 acquisisce popolarità nazionale in qualità di inviato dal San Paolo – lo stadio calcistico partenopeo – per i servizi giornalistici della rubrica sportiva 90° minuto. Celebri le sue frasi, con cui apre o chiude i suoi collegamenti. Tra tutte, “Milano chiama, Napoli risponde”.
Fece un'altra battuta famosa a Città del Messico nel 1986, quando Maradona segnò un goal con la mano all'Inghilterra: “La mano de Dios o la cabeza de Maradona” (La mano di Dio o la testa di Maradona); Maradona gli rispose “Las dos” (Tutt'e due): venne per questo intervistato da numerose TV sudamericane.
Nel 1980, mentre assiste al processo contro il boss Raffaele Cutolo, nota, tra il pubblico, il presidente dell'Avellino Antonio Sibilia e il calciatore brasiliano Juary, entrambi giunti in aula per salutare il malavitoso. Con grande coraggio Necco riferisce del saluto durante uno dei suoi servizi per 90° minuto, rompendo il muro di omertà davanti a milioni di telespettatori.
Il gesto non passerà inosservato. La settimana successiva tre proiettili lo raggiungono alle gambe, mentre è nei pressi di un ristorante a Mercogliano. A sparare è Vincenzo Casillo, detto 'o Nirone, uno dei luogotenenti di Cutolo.
Dopo 90° minuto si dedicò all'archeologia, sua grande passione sin dagli studi classici. Dal 1993 al 1997 ideò e condusse una rubrica dal titolo L'occhio del faraone per la quale ha realizzato e messo in onda 360 documentari e servizi sull'archeologia nell'area Mediterranea, dalla Grecia alla Giordania, dall'Egitto all'Iraq, da Pompei alla Turchia.
Per moltissimi anni, inseguendo un sogno giovanile, si è dedicato alla ricerca del tesoro che Heinrich Schliemann aveva trovato a Troia nel 1873 e che ufficialmente i tedeschi davano per distrutto nei tremendi bombardamenti dello Zoo di Berlino del 1945. Non credendo alle dichiarazioni ufficiali, dopo annose, minuziose e dispendiose ricerche in tutte le aree orientali dell'Europa, divisa in due blocchi, è riuscito ad individuare i ladri e il nascondiglio del tesoro, che è stato finalmente esposto il 16 aprile 1996 nel Museo Puškin delle belle arti di Mosca. Su questa avventura ha scritto, per l'editore Pironti di Napoli, un libro intitolato Giallo di Troia pubblicato nel 1993.
Nel 2014 l'editore Pironti di Napoli pubblicò la sua opera Operazione Teseo dedicata al pluridecorato eroe militare Siro Riccioni. Negli ultimi anni conduceva una fortunata rubrica televisiva su Canale 9, l'Emigrante, cronaca quotidiana di fatti e misfatti napoletani.
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