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Zama (OPBG): “Vi racconto la visita del Papa alle bimbe ucraine ferite dalle bombe”

“Speriamo e preghiamo perché questa guerra vergognosa per tutti noi, per tutta l’umanità, finisca al più presto: è inaccettabile; ogni giorno in più aggiunge altre morti e distruzioni”. Così Papa Francesco in merito al conflitto in Ucraina. Sono 135 i bambini morti dall’inizio dell’invasione russa, mentre 184 sono rimasti feriti.

La visita a sorpresa del Papa ai bimbi ucraini

Sabato 19 marzo, Festa del Papà, il Santo Padre ha incontrato i bambini ucraini ricoverati presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma (OPBG), arrivati in Italia dopo essere scappati dalla guerra. Hanno ferite importanti, al corpo e all’anima.

Il Papa in visita all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù (OPBG) 19/03/22. Copyright: Vatican News

Ad accogliere il Papa, la presidente dell’Ospedale della Santa Sede, Mariella Enoc, il Direttore sanitario Massimiliano Raponi, il direttore del Dipartimento di Oncoematologia Franco Locatelli, il direttore del Dipartimento di Emergenza e Pediatria Generale Alberto Villani e il responsabile dell’Unità di Chirurgia plastica e maxillo-facciale Mario Zama.

In totale sono 19 i pazienti ucraini attualmente ricoverati, su un totale complessivo di 50 bambini presi in carico dall’inizio della guerra. Nel dettaglio, il Papa ha visitato il secondo piano del reparto di Pediatria (nel padiglione Giovanni Paolo II), in cui sono ricoverati 41 bambini e bambine, di cui 12 ucraini: 6 pazienti oncologici, 2 neurologici e 4 con ferite da guerra. Nella sede del Gianicolo sono ricoverati altri 6 bambini ucraini arrivati dall’inizio della guerra: 3 pazienti con Covid, ricoverati nel reparto di Degenze protette; uno in cardiologia, uno in Neurochirurgia e uno in Neonatologia. Un bambino dell’Ucraina è ricoverato attualmente anche nella sede di Palidoro, in Area intensiva.

A raccontare a In Terris quella giornata speciale è il professor Mario Zama, responsabile di Chirurgia Plastica e Maxillofacciale del Bambino Gesù, che era presente durante la visita a sorpresa del Papa. Nel suo reparto sono ricoverate due bambine rimaste gravemente ferite dalle bombe e dai proiettili.

Il professor Mario Zama, responsabile di Chirurgia Plastica e Maxillofacciale al Bambino Gesù

L’intervista al professor Mario Zama

Quali emozioni nell’incontrare lo scorso 19 marzo il Papa?
“Incontrare il Santo Padre è sempre un’emozione grandissima, ma per me non era la prima volta. Sono stato il padrino di battesimo delle due gemelline siamesi unite per la testa che furono separate dopo un complesso intervento nel 2020. Incontrare una persona come Papa Francesco mette sempre i brividi. Ma incontrarlo lo scorso 19 marzo, ufficialmente un giorno di festa ma in realtà una visita dettata dalla terribile situazione dei bambini vittime di guerra, fa doppiamente emozione”.

Cosa lo ha colpito del Santo Padre?
“Le sue carezze ai bambini; lo sguardo paterno nei confronti delle mamme e dei genitori; l’affetto e la gratitudine nei confronti del personale sanitario. La sua umanità e umiltà”.

Qual è stato il momento più toccante della visita?
“Quando una delle due bambine ricoverate nel mio reparto, un bimba di 10 anni, ha raccontato al Papa la sua fuga sotto le bombe. Era scappata in auto col padre e col fratellino di sei anni, lasciando a casa la madre e due fratellini piccoli. Mentre scappavano, gli hanno sparato contro, per cui il fratellino, colpito in pieno dai proiettili, gli è praticamente morto tra le braccia! Mentre raccontava queste cose, Papa Francesco stava in silenzio e ascoltava con grande partecipazione emotiva. Si vedeva che soffriva per lei e per questa famiglia, così come per tutti i bambini coinvolti in questo assurdo conflitto”.

Che ferite hanno riportato le due bambine ricoverate nel suo reparto?
“Entrambe hanno delle gravi ferite alla testa. La prima, una bimba di sei anni, ha una scheggia di metallo nell’orbita dell’occhio. Stiamo valutando come effettuare l’operazione di rimozione della scheggia e come fare la ricostruzione della parte di cranio che manca, una parte della fronte. L’occhio è salvo fortunatamente. A livello fisico lei recupererà completamente. A livello psicologico ci vorrà molto tempo e alcune ferite sono forse insanabili. Purtroppo in guerra ha perso sia la madre sia un fratello. La sua casa è stata bombardata e il soffitto è crollato addosso a tutta la famiglia, uccidendo madre e fratellino e ferendo lei e il padre”.

La bimba di 10 anni che ferite ha subito?
“Ha subito un trauma cranico molto complesso e importante a causa dei proiettili che l’hanno colpita mentre scappava in auto col padre e il fratello. Ha una perdita ossea in regione parietale. Purtroppo ha perso parte del tessuto cerebrale, anche parte della corteccia motoria, per cui ha un disturbo alla deambulazione, ossia trascina un po’ la gamba. Speriamo che possa recuperare nel tempo questo deficit. La stiamo aiutando con la fisioterapia perché tenga la gamba in posizione corretta. Inoltre, ha una situazione cerebrale complessa perché ha diverse schegge metalliche all’interno del cervello. Dobbiamo decidere se, come e quando andarle a rimuovere. La prossima settimana andremo a bonificare in sala operatoria la zona del liquor, che è il liquido nel quale galleggia il cervello, in modo da prevenire possibili infezioni. La bimba sta bene, è vigile e gioca. Dal punto di vista cognitivo è perfetta”.

Dove si trovano i suoi genitori?
“Il padre sta qui con lei in ospedale. La madre è ancora in Ucraina con gli altri due figli. Uno è molto piccolo. Non riescono a parlarsi perché le linee sono interrotte. Comunicano solo per interposta persona. Sembra che siano tutti e tre salvi in un centro di accoglienza, in qualche modo loro sono riusciti a fuggire. Lei è stata meno fortunata…”

 

Come stanno a livello psicologico le due bambine?
“Appena arrivate erano in grossa difficoltà. La ragazzina che ha perso il fratello non parlava e non riusciva a contenere feci e urina. Ora ha ripreso una vita normale: gioca, colora… riceve un sacco di regali. Sono super coccolate! Stanno rientrando in un ambito di normalità, almeno apparentemente. Poi, in realtà, quello che sentono dentro non lo sappiamo: hanno passato l’inferno e hanno visto morire i loro cari. Come ha più volte detto il Papa, la guerra è sempre crudele e insensata perché a rimetterci sono sempre gli innocenti. Come questi diciannove bambini ricoverati qui al Bambino Gesù. Impossibile non pensare ai milioni di bimbi che soffrono nei conflitti di tutto il mondo. Ho curato bambini di tante altre guerre, dalla Jugoslavia alla Tanzania, dalla Palestina al conflitto inter etnico tra Hutu e Tutsi. E’ sempre doloro e toccante vedere soffrire i piccoli. Speravo che l’umanità avesse imparato dai propri errori, invece siamo ancora qui a cercare di salvare la vita a degli innocenti. E restituire loro il futuro di gioia e pace che si meritavano. Dinanzi a tanta sofferenza e ingiustizia, faccio mio l’appello del Papa: basta violenza! Che questa guerra vergognosa finisca al più presto!”.

Milena Castigli

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