Rotunno (Civiltà dell’Amore): “Eliminare le armi nucleari è un imperativo”

L'intervista di Interris.it all'ing. Giuseppe Rotunno, presidente di Civiltà dell’Amore, in occasione della Giornata internazionale contro i test nucleari

Pericolo nucleare. Foto di Dasha Urvachova su Unsplash

Le armi nucleari rappresentano di gran lunga le più pericolose mai costruite. Sono in grado di distruggere intere città, uccidere milioni di persone e causare sofferenze umane su larga scala e a lungo termine. Lo sviluppo di queste armi è iniziato durante la Seconda guerra mondiale ed è aumentato esponenzialmente durante la Guerra fredda. Tali armi sono state utilizzate in guerra due volte, durante la Seconda guerra mondiale, sulle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki, uccidendo migliaia di civili e causando una distruzione totale. Questa tragedia ha spinto la comunità internazionale a mobilitarsi per regolare l’impiego, la produzione delle armi nucleari e i test sulle stesse attraverso diversi trattati e giornate internazionali. Una di queste è la Giornata internazionale contro i test nucleari. Interris.it, in merito a questo tema, ha intervistato l’ing. Giuseppe Rotunno, presidente nazionale di Civiltà dell’Amore.

Nucleare Bielorussia
Foto di Enrique da Pixabay

L’intervista

Che significato ha, per lei, la Giornata Internazionale contro i test nucleari?

“La Giornata internazionale contro i test nucleari ha un grande significato. I test sono stati preludio del cambio totale del rapporto tra uomo e mondo. Facendo un test nucleare nel New Mexico, curato da un team di scienziati guidati da Oppenheimer e seguito da altri tecnici quali Enrico Fermi, Beniamino Segre e altri del cosiddetto ‘Progetto Manhattan’, il 16 luglio 1945, si sono gettate le basi, per il lancio della prima bomba atomica avvenuto il 6 agosto 1945, mettendo per la prima volta la possibilità della distruzione completa nelle mani di qualcuno. Quindi, bisogna capire che, quando c’è un test, dietro ad esso, è già pronto un arsenale. Ciò, di conseguenza, è l’ultimo campanello di allarme prima del cataclisma e, quindi, questa giornata, è importantissima”.

In questi giorni è stato presentato in Italia il film “Oppenheimer”, la biografia del fisico che ha collaborato allo sviluppo della prima bomba atomica. Che messaggio riveste questo film a suo parere?

“Questo film guarda alla figura di Oppenheimer e ai suoi colloqui avuti con personaggi chiave di quel periodo. Riguarda il progetto ‘Manhattan’, portato avanti da alcuni dei migliori cervelli scientifici del momento al livello mondiale. Il film, raccontando uno spicchio di verità, mostra che ci troviamo dinnanzi alla sfida del Prometeo moderno, andando a mettere mano sull’energia nucleare che è fondamentale per l’universo ed ha la possibilità di rimodellare tutta la vita dell’uomo sulla Terra, ma anche il concetto di civiltà e di futuro. Guardiamo il film come una presa di coscienza del momento che stiamo vivendo perché, le mani dell’uomo, possono distruggere tutta l’umanità. Voglio ricordare che, il 90% delle armi atomiche e dei relativi arsenali, sono nelle mani di popoli di antica tradizione cristiana. Non si può parlare del Vangelo e, nel contempo, disporre di queste armi”.

Centrale nucleare Zaporizhzhia
Foto di Markus Distelrath da Pixabay

In che modo si può convertire l’energia nucleare in energia da utilizzare per scopi pacifici? Che messaggio devono dare i cristiani su questo tema?

“Il discorso della conversione energetica delle armi nucleari è molto importante. Noi di Civiltà dell’Amore lo abbiamo portato avanti presso la comunità scientifica internazionale fin da quando, Reagan e Gorbaciov, hanno firmato il primo accordo di disarmo nucleare in merito ai cosiddetti ‘euromissili’ e agli ‘SS – 20’ che riguardavano ben 1800 testate atomiche. Al momento della firma però, non si sapeva come distruggerle perché, questi sistemi d’arma con l’uranio, hanno una vita che dura più di settecentomila anni e minacciano l’umanità. Quindi, in quell’epoca, ci siamo posti il problema di come distruggerle e, con Edoardo Amanti, il quale era uno dei cinque ragazzi che, con Enrico Fermi, avevano scoperto l’energia nucleare. Si è così giunti alla conclusione che, l’unico modo per distruggerle, è rappresentato dalle centrali nucleari in cui si può prendere l’esplosivo, riportano l’uranio al valore del 5 % che si tramuta in combustibile per le centrali che, così facendo, neutralizzano per sempre questo arsenale. Così facendo, nel 1993, è iniziato il programma per eliminare 1/3 dell’arsenale atomico mondiale, ovvero 20 mila testate, trasformando appunto l’esplosivo in combustibile per le centrali nucleari, producendo energia elettrica per un quantitativo pari al consumo mondiale di tutte le famiglie per il periodo di un anno. La loro eliminazione è doverosa quindi, anche noi, popoli cristiani che ne deteniamo il 90%, procediamo immediatamente alla loro conversione in energia. Questo significa però, prima di tutto, convertire le nostre menti e i nostri cuori, prendendo coscienza del dovere e delle iniziative necessarie per compierlo”.