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PartecipAzione: così il terzo settore integra i rifugiati

Settant’anni fa la convenzione di Ginevra ha indicato chi sono i rifugiati. E cioè coloro che “temendo a ragione di essere perseguitati” lasciano il Paese di cui sono cittadini. Per l’integrazione dei rifugiati cooperano Unhcr e Intersos. Associazioni di rifugiati supportate da PartecipAzione si sono riunite a Roma al Palaexpo del Mattatoio. Una “due giorni” di dibattiti e confronto. Con organizzazioni del terzo settore, istituzioni e media. Un focus sull’integrazione delle persone rifugiate nella vita economica, sociale e culturale del Paese. Attravesro realtà del volontariato e organizzazioni locali che favoriscono la partecipazione attiva dei rifugiati. E l’inclusione sociale. Dando voce e rappresentanza anche alla frammentata comunità di chi non possiede alcuna cittadinanza.

Inclusione dei rifugiati

Le 10 associazioni supportate nella quinta edizione di PartecipAzione hanno potuto sviluppare attività. E progetti che rappresentano esempi concreti di solidarietà e inclusione. Ad esempio, i corsi di italiano per le madri e i bambini ucraini. E i seminari per le rifugiate afgane. E poi i laboratori di cucina etnica, gli sportelli di orientamento al lavoro. E un’organizzazione costituita da apolidi. La prima in Italia che dà voce alle problematiche legate all’apolidia. Inoltre il programma PartecipAzione ha offerto sostegno alle associazioni di rifugiati. Ossia formazione. Rafforzamento delle competenze. Supporto tecnico individualizzato. Oltreché un finanziamento. E un accompagnamento. Per agevolare la realizzazione di questi progetti. “Il rafforzamento della rete di associazioni ha perseguito l’obiettivo di dare visibilità e risalto alla voce dei rifugiati in Italia. Consolidando il loro ruolo di attori chiave all’interno della società civile“, spiegano i promotori di PartecipAzione.

Oppurtunità di integrazione

L’evento conclusivo di PartecipAzione è stata l’occasione per conoscere i risultati del programma. I progetti realizzati. E le storie delle persone rifugiate. Raccontate dalla viva voce dei protagonisti. Articolato in workshop e tavoli tematici, l’appuntamento ha offerto un momento di confronto e dibattito. Sulle sfide e le opportunità dell’integrazione dei rifugiati nel nostro Paese. Chiara Cardoletti è la rappresentante in Italia dell’agenzia Onu per i rifugiati. “Il sostegno di Unhcr al programma PartecipAzione nasce da una convinzione. E cioè che le persone rifugiate e apolidi debbano essere i protagonisti. Nella ricerca di soluzioni ai problemi di protezione e integrazione che incontrano in Italia – afferma Cardoletti-. Siamo entusiasti dei risultati raggiunti in cinque anni. Le associazioni sostenute da PartecipAzione hanno garantito il loro contributo in ciascun territorio. Costruendo una società più inclusiva e solidale”.

I risultati

Dal 2018 PartecipAzione ha supportato direttamente 50 associazioni di rifugiati in 12 regioni. Fornendo finanziamenti e formazione continua attraverso un team specializzato in progetti di integrazione. “Il bilancio dopo cinque anni è estremamente positivo- sottolineano gli organizzatori-. I numeri certificano l’efficacia del programma. Il 70% delle associazioni coinvolte ha presentato nuovi progetti. L’87% ha sviluppato collaborazioni con altri attori della società civile. L’82% ha aumentato la propria visibilità sui media. E oltre il 50% ha partecipato a tavoli decisionali con le istituzioni“. Cesare Fermi è il direttore regionale per l’Europa di Intersos. “PartecipAzione si conferma un esempio virtuoso e concreto di politica dell’integrazione- sostiene Cesare Fermi-. I tanti progetti realizzati e i risultati ottenuti ci mostrano come l’integrazione nel nostro Paese non solo sia possibile. Ma rappresenti una grande opportunità di crescita. In questo senso, sostenere le associazioni di rifugiati sul territorio rappresenta uno strumento fondamentale”.

Sostegno ai rifugiati

Dall’Ucraina all’Afghanistan le sfide dell’attualità internazionale ispirano iniziative a favore delle persone in fuga. Dai gruppi di sostegno psicologico alla consulenza legale. Investe sull’integrazione socioeconomica, per esempio, il progetto di Stra Vox. Associazione radicata nel quartiere Ballarò di Palermo. Dove è sorto uno sportello di consulenza legale e orientamento al lavoro. Per la comunità di rifugiati e richiedenti asilo della città. Un terreno comune di dibattito, riflessione e azione. Sviluppato attraverso un percorso di narrazioni condivise. Iniziativa di raccolta fondi. E partecipazione dei rifugiati agli eventi della kermesse che si concluderà il 20 novembre.

Competenze

“Le persone rifugiate hanno risorse eccezionali da mettere a disposizione delle comunità in cui trovano accoglienza– evidenziano i promotori della rassegna-. Spesso, tuttavia, la loro partecipazione attiva è messa a dura prova dalle tante sfide insite nel vivere in un nuovo Paese, dalla lingua alla cultura”. Da qui l’esidgenza di un percorso di empowerment. Disegnato sui bisogni specifici delle realtà coinvolte. Agevolando l’acquisizione e il rafforzamento di conoscenze e competenze. Nonché l’accesso a reti associative e istituzionali.

Giacomo Galeazzi

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