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Quattro italiani tra i Patroni della GMG di Lisbona: una speranza per l’Italia

Tre giovani beati “azzurri” entrano nella lista dei santi protettori della GMG di Lisbona. Una speranza per un paese sempre più lontano dalla fede. Segno che Dio continua ancora a chiamare alla santità noi e i nostri figli in mezzo ad una società che ha smarrito la fede e dimenticato Dio.

Al via la GMG di Lisbona 2023

Prende il via la Giornata Mondiale della Gioventù che riunirà i giovani cattolici di tutto il mondo dal 1o al 6 agosto a Lisbona, capitale del Portogallo. L’appuntamento internazionale segue la giornata di Panama 2019 alla quale hanno partecipato 1 milione e duecentomila giovani provenienti da 156 paesi.

Quella di Lisbona sarà la trentottesima edizione di un evento fortemente voluto e inaugurato da papa Giovanni Paolo II nel 1985. Il record di presenze si ebbe nel gennaio del 1995 quando a Manila (Filippine) cinque milioni di fedeli parteciparono alla Messa conclusiva presieduta dal papa polacco.

La Giornata della Gioventù culminerà nella veglia di preghiera che inizierà sabato 5 agosto presso “Campo da Graça” (Parco Tejo) e concluderà con la celebrazione della Santa Messa presieduta da papa Francesco domenica 6. Secondo gli organizzatori (comunicato dello scorso 31 maggio) sono attesi 1 milione e 200 pellegrini provenienti da 184 paesi. In quanto ai paesi di provenienza risultano in prima posizione i gli spagnoli, seguiti dagli italiani (circa 65mila) e dai portoghesi. Saranno invece più di 20mila i volontari e 6mila le famiglie che ospiteranno i pellegrini nelle loro case.

I santi protettori della GMG

In occasione della giornata di Lisbona, il comitato organizzativo ha pubblicato un libretto intitolato “Patroni della GMG di Lisbona 2023”. Il testo raccoglie un breve ritratto e la testimonianza di vita e di fede dei santi scelti come protettori della GMG portoghese. Sono tredici i santi e beati scelti come “compagni di strada” per i giovani pellegrini. Allo stesso tempo ci sono i “patroni diocesani” della Giornata Mondiale della Gioventù: ogni diocesi ha infatti aggiunto i santi o sante locali per le giornate che si svolgeranno nelle Diocesi dove passeranno i pellegrini diretti verso la capitale lusitana. Il cardinale Kevin Farrel, Prefetto per il Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, scrive nella prefazione: «Questi santi non sono “eroi del passato” né “celebrità” distanti da noi, ma piuttosto dei fratelli e sorelle nella fede che vorrebbero condividere con tutti i giovani la propria esperienza: quella di aver seguito Cristo essendo anche loro giovani. Possano questi santi – prosegue il cardinale – offrire ai giovani delle risposte ai loro più profondi interrogativi e alle preoccupazioni legate ai tempi che corrono».

In cima alla lista la Vergine Maria

In cima alla lista la Vergine Maria, «patrona per eccellenza della prossima Giornata Mondiale della Gioventù». Anche lei ricevette la chiamata da giovane e accettò la volontà di Dio offrendo il suo sì senza condizioni. È infatti una frase della Vergine Maria il motto della Giornata Mondiale di Lisbona: «Maria si alzò e andò in fretta» (Lc 1, 39). La citazione biblica, tratta dal Vangelo di Luca, è stata scelta da Papa Francesco per questo evento. Dei tredici patroni della GMG sei sono già stati proclamati santi mentre sette sono invece beati e dunque ancora in cammino verso la canonizzazione.

I santi dei giovani

Tra i protettori spicca il nome del patrono di tutte le GMG: san Giovanni Paolo II, il papa polacco morto nel 2005 che è stato l’ideatore delle Giornate Mondiali della Gioventù. Fin da giovane prete Wojtyla ebbe una grande affinità coi giovani. A loro dedicò molto tempo sia nelle catechesi ma anche adoperandosi in attività artistiche e sportive come gite, camminate e opere teatrali. In particolare si dedicò alla formazione delle giovani coppie di fidanzati e alla loro preparazione al matrimonio come testimonia la sua opera teatrale intitolata La Bottega dell’Orefice incentrata sul tema dell’amore di coppia. Durante il suo lungo pontificato volle spesso incontrare e parlare ai giovani, per questo desiderò molto che si istituissero degli incontri internazionali per la gioventù.

Non poteva mancare un altro santo che mise i giovani al centro della sua attività pastorale, San Giovanni Bosco. Il sacerdote, italiano fondatore dei salesiani, dedicò la sua vita all’educazione dei giovani e alla loro formazione umana e spirituale. Tra i suoi primi figli spirituali ci fu san Domenico Savio, una figura che per intere generazioni fu proposta ai giovani come esempio di virtù umana e santità.

È nella lista lo spagnolo San Vincenzo diacono e martire, conosciuto come San Vincenzo di Zaragoza o San Vincenzo di Huesca. Nato a Huesca nel IV secolo, è patrono della città di Lisbona. Si spese molto per l’evangelizzazione e la catechesi come braccio destro del Vescovo, ma venne poi fatto arrestare dal prefetto della penisola iberica durante la persecuzione voluta dall’imperatore Diocleziano. Brutalmente torturato, non cedette alla tentazione di abiurare la propria fede, mantenendosi fedele fino alla morte.

I santi portoghesi

C’è poi il santo portoghese più conosciuto al mondo e patrono del paese iberico. Benché sia spesso considerato erroneamente italiano, San Antonio da Padova è conosciuto in patria come Sant’Antonio di Lisbona dove nacque nel 1195. Battezzato col nome di Fernando, fu brillante teologo, eccellente predicatore, infaticabile missionario. San Francesco d’Assisi gli chiese di istruire i frati più giovani e, dopo la morte del fraticello di Assisi, guidò la provincia francescana dell’Italia del nord stabilendosi a Padova dove morì nel 1231.

Il vescovo San Bartolomeo dei Martiri (sacerdote e teologo domenicano, arcivescovo di Braga), san Giovanni di Brito (gesuita lisbonese missionario in India, definito il “san Francesco Saverio portoghese) e i beati Giovanna del Portogallo (figlia di Alfonso V re del Portogallo che rinunciò alla corona per vestire l’abito domenicano), Giovanni Fernandes e Maria Clara del Bambino Gesù completano la lista dei protettori portoghesi.

Nella lista c’è anche il beato francese Marcello Callo. Nato a Rennes nel 1921, secondo di nove fratelli, fu accolito e scout e fece parte dell’Azione Cattolica. Morì a soli 24 anni, nel 1945, nel campo di concentramento di Mauthausen dopo due anni di lavori forzati in cui si distinse per la sua fede e il suo attivismo nella predicazione del Vangelo.

Tre beati “azzurri” in cammino verso Lisbona

Infine tre giovani beati completano la lista dei “pellegrini celesti” (o “azzurri” per la nazionalità) che accompagneranno i giovani verso Lisbona, portando a quattro (con San Giovanni Bosco) il numero dei protettori italiani: Carlo Acutis, Pier Giorgio Frassati e Chiara Badano.

Nato a Londra 1991 da genitori italiani e vissuto a Milano, Carlo Acutis è morto a soli 15 anni a causa di una leucemia fulminante. È stato beatificato nel 2020 ad Assisi. Alla sua passione ed eccellente capacità per l’uso dei computer unì una profonda devozione alla Vergine Maria e alla Santa Eucaristia che considerava la sua “autostrada per il cielo”. È considerato patrono dei millennials. Conosciuto come “il primo santo in scarpe da ginnastica” o “l’internauta di Dio”,  Carlo è sepolto ad Assisi e la sua tomba è ormai meta di pellegrinaggio per i fedeli di tutto il mondo. È stato anche definito «un Frassati milanese» riferendosi a Pier Giorgio, l’altro giovane italiano protettore della GMG di Lisbona.

Nato a Torino nel 1901, figlio di dirigenti de La Stampa, studiò ingegneria e partecipò alla vita politica del suo tempo entrando nel Partito Popolare Italiano. Pier Giorgio Frassati si distinse per la sua fede che si manifestava in una vita di preghiera, di profonde amicizie (fondò la società “dei tipi loschi” dedita alla preghiera e alla gioia) e nell’amore ai più bisognosi. Morì a 24 anni a causa di una poliomielite fulminante.

Chiara Badano nacque a Sassello (Savona) nel 1971. Ancora molto piccola entrò a far parte del movimento dei Focolari dove crebbe nella fede e nella pratica cristiana. A 17 anni gli fu diagnosticato un tumore osseo in stato avanzato. Visse la malattia con grande fede e fiducia in Dio senza perdere la gioia fino alla morte avvenuta nel 1990 a 18 anni. Fu beatificata nel 2010. È la prima focolarina a salire sugli altari ed è comunemente conosciuta come “Chiara Luce” o “Chiara Luce Badano”.

Un segno di speranza per l’Italia

Questi giovani beati italiani rappresentano un segno di speranza per il nostro paese che appare sempre più lontano dalla fede che ha caratterizzato le generazioni dei nostri antenati. Da una recente indagine di Euromedia Research promossa dalla rivista mensile Il Timone (nel numero di Luglio/Agosto 2023) gli italiani sono sempre più lontani dalla fede per stile di vita e per credenza personale. In modo particolare i giovani che guardano sospetto gli insegnamenti cristiani e smettono sempre più prematuramente di frequentare le parrocchie o i cammini di fede ivi proposti. Il sondaggio rivela una diffusa ignoranza in materia di fede che si unisce uno stile di vita lontano dagli insegnamenti cristiani (pratica dei sacramenti, visione morale…) anche tra la minoranza di coloro che si definiscono cattolici. Se solo il 13,8% degli italiani dichiarano di andare a messa ogni domenica, l’età media è molto alta (dai 45 anni in su). Benché qualche dato positivo emerga (ad esempio sulla confessione – generalmente disattesa – sono i giovani a praticarla con più frequenza) l’indagine conferma che – come spesso affermato da papa Francesco – l’era della cristianità è terminata anche per il nostro paese, considerato da sempre profondamente cattolico.

I tre giovani beati scelti per accompagnare i giovani a Lisbona sono dunque un segno di speranza che Dio non ha abbandonato il suo gregge e che continua a chiamare alla santità molti giovani e giovanissimi, anche italiani. Di certo contiamo con giovani intercessori in cielo che fanno sperare in una nuova primavera della fede. La sfida ora passa ai nostri ragazzi che in questi giorni partono per una indimenticabile avventura incontro a Cristo.

Miguel Cuartero Samperi: