Non basta lavorare per salvarsi dalla povertà: aumentano gli italiani che chiedono aiuto. +10% di pacchi alimentari in tre mesi

Cresce la "in work poverty" cioè persone che lavorano ma vivono sotto la soglia di povertà. Sono persone che, fino a ieri, magari non riuscivano a far fronte a spese straordinarie come le cure odontoiatriche o la sostituzione della caldaia ma che oggi, con inflazione al 7% e l'aumento dei costi dell'energia, non riescono più neppure a far fronte alle spese ordinarie

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Solidarietà
Sos povertà. Gli effetti sociali della pandemia e della guerra hanno esteso l’emergenza-indigenza ai “working poor“. Cioè a coloro che non guadagnano abbastanza da superare la soglia di povertà. Pur avendo un’entrata mensile, non riescono a tenere il passo con il costo della vita. Segno drammatico della crescita esponenziale delle diseguaglianze sociali. Mentre gli indicatori della ricchezza risultano fuorvianti. Perché spesso sommano redditi e patrimoni a livello familiare. Ignorando così le numerose variabili che contribuiscono a rendere insufficienti, le buste paga.

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Emergenza povertà

Uno spaccato della crisi generale è rappresentato a Genova dall’aumento le richieste di aiuto alla Comunità di Sant’Egidio. “Stiamo riscontrando una crescita delle richieste. Sia da parte di coloro che chiedono di venire a mangiare alla mensa. Sia da coloro che si rivolgono a noi per avere generi alimentari. Da utilizzare a casa -spiega il responsabile della Comunità Andrea Chiappori -. Il dato più eclatante è rappresentato dalla crescita della domanda da parte di italiani che richiedono il nostro aiuto per la prima volta. Sono persone che fino a poco tempo fa non si erano mai rivolti a noi. E che non conoscevamo. Negli ultimi mesi, infatti, abbiamo circa triplicato un numero. Quello delle nuove persone che si sono iscritte alle nostre liste per le distribuzioni alimentari“.povertà

Incremento di richieste

Le stime raccontano di 850 nuove persone che si sono rivolte a Sant’Egidio nei mesi di aprile, maggio e giugno. Per le mense l’incremento è stato di circa 500 pasti al giorno. E l’aumento è stato registrato soprattutto in questo periodo estivo. In cui molte altre mense sono chiuse. Nello stesso periodo, i pacchi alimentari hanno visto un incremento del 10%. Ad ogni distribuzione, i volontari di Sant’Egidio consegnano 5500-5600 pacchi alimentari. Ogni persona può ricevere fino a due pacchi al mese. L’incremento medio registrato è di circa 500 borse alimentari per ogni distribuzione. Aggiunge Andrea Chiappori: “L’aumento di italiani è maggiore nella periferia di Genova. Dei nove centri di distribuzione gestiti a Genova dalla Comunità di Sant’Egidio, solo in due si registra una maggioranza di stranieri. E cioè in quello del centro. Dove a chiedere aiuto sono soprattutto maghrebini. E a Sampierdarena. Dove sono per lo più ucraini. Nei restanti sette punti di distribuzione, invece, gli italiani sono da tempo la maggioranza.povertà

Spese ordinarie a rischio

“L’aumento di italiani in situazione di disagio in periferia fa pensare che a settembre-ottobre ci possa essere un incremento ulteriore delle richieste di aiuto- osserva Andrea Chiappori -. Adesso, infatti, alcune persone riescono a tirare avanti con qualche lavoro stagionale. Ma le nostre previsioni ci fanno ritenere che, con la fine della stazione turistica, il problema sia destinato ad aumentare“. Occorre interrogarsi sui dati. Perché si registra un simile aumento di richiesta d’aiuto economico? E soprattutto perché da parte di persone italiane? I volontari della Comunità di Sant’Egidio hanno una risposta al riguardo. Si tratta di “persone che hanno un lavoro. Ma che non riescono più a far fronte alle spese ordinarie. Come affitto. Bollette. Amministrazione. Acquisto di generi alimentari. Trasporti”. Sono coloro che Eurostat classifica come “in work poverty“. Cioè persone che lavorano ma vivono sotto la soglia di povertà. Sono italiani che, fino a ieri, magari non riuscivano a far fronte a spese straordinarie. Come le cure odontoiatriche o la sostituzione della caldaia.  Ma che oggi non riescono più neppure a far fronte alle spese ordinarie. Con inflazione al 7% e l’aumento dei costi dell’energia.

Pensionati in povertà

I “nuovi poveri” che chiedono aiuto sono persone alle quali vengono a mancare 150/200 euro al mese. A causa dell’inflazione e dell’aumento dei costi delle bollette. Inoltre, riferiscono ancora dalla Comunità di Sant’Egidio, sono persone non abituate a una condizione di difficoltà. E ora  non riescono ad affrontare da soli la situazione. “Svendo un reddito, non hanno accesso a varie agevolazioni. Come nel campo della sanità o dei trasporti”, sottolinea all’Ansa Andrea Chiappori.  Le tipologie di richiedenti aiuto sono varie. E cioè famiglie monoreddito con 1300 euro al mese e due o più figli. Madri separate con minori a carico. Spesso con reddito basso perché non possono lavorare per accudire i figli. Infine sono sempre più numerosi i pensionati. Con la pensione sociale o la minima. E che aiutano economicamente figli e nipoti. Ma poi rimangono senza soldi. “Registriamo anche un aumento nella richiesta di materiale scolastico – afferma Chiappori -. Prima a richiederlo erano per lo più famiglie che frequentavano la nostra scuola della pace. Adesso, invece,  si sono unite anche persone che vengono alla mensa. O che ricevono la borsa alimentare“.