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Padre Feretti: “L’Annunciazione è l’inizio della nostra salvezza”

“Quando Papa Benedetto XVI venne a Loreto per celebrare l’Agorà dei giovani, ricordo che preparando quell’evento – ero incaricato della parte celebrativa – mi era stato chiesto quale titolo scegliere. Eravamo a Loreto, quindi scegliemmo l’Annunciazione, però tra i temi amplissimi che riguardano l’annunciazione, quale indicare? Nell’ispirazione del momento pensai: se Maria è stata chiamata da Nazareth, alle periferie dell’impero, scegliamo le periferie. A quel tempo, il termine non era inflazionato come oggi perché è stato Papa Francesco a sdoganare questa parola. Inviammo tutto il materiale al Santo Padre Benedetto. Ricordo benissimo il suo meraviglioso in cui disse che in ‘in Cristo le periferie sono centro’. Così come per Maria, ogni periferia raggiunta da Cristo diventa il centro, ciò che noi abbiamo più a cuore”. A raccontare questo aneddoto a Interris.it è padre Alfredo Feretti, direttore del “Centro La Famiglia”, intervistato in occasione della Solennità dell’Annunciazione del Signore.

La Solennità dell’Annunciazione del Signore

L’Annunciazione del Signore è, nella religione cristiana, l’annuncio del concepimento verginale e della nascita di Gesù che viene fatto a sua madre Maria dall’arcangelo Gabriele. Il Vangelo di oggi, infatti, ci descrive l’incontro fra l’angelo Gabriele e la vergine Maria, promessa sposa di Giuseppe. Seppur all’inizio era turbata, l’angelo la rassicura: “Non temere, Maria, perchè hai trovato grazia presso Dio”. “Come avverrà questo, poiché non conosco uomo”, chiede Maria. “Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio”. Allora Maria disse: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola“.

L’intervista

Padre Alfredo, oggi si festeggia la Solennità dell’Annunciazione del Signore. Perché è così importante per noi fedeli?

“Perché è l’inizio della nostra storia di salvezza. Al centro di tutta la nostra vita spirituale c’è l’incarnazione del figlio di Dio. Quindi, il 25 marzo, noi celebriamo l’inizio della nostra salvezza che si è realizzata nell’incarnazione di Gesù”.

Qual è il ruolo di Maria nel progetto di salvezza di Dio? 

“L’inizio della nostra salvezza avviene all’interno della nostra storia. Il Signore ha scelto una ragazza di una città alla periferia dell’impero e ha chiesto alla libertà e alla femminilità di questa donna la disponibilità di collaborare alla sua opera di salvezza. A questo punto entra in gioco tutta la parte collaborativa di Maria e il suo sì ha permesso, in effetti, che si aprisse per noi la salvezza, la grazia di Dio. Maria è piena di grazia, questo perché la grazia di Dio fosse visibile a tutti, perché Gesù si rivelasse a tutti. Davvero il ‘gioco’ – e intendo nel senso più bello e alto del termine – mariano è fondamentale. Maria ha offerto sé stessa così come era: nella sua semplicità ma anche nella sua completa umanità. Dio si è ‘servito’ della sua disponibilità per operare le meraviglie che conosciamo”.

Il  marzo 2021, proprio nel giorno in cui la Chiesa celebra l’Annunciazione del Signore, ha consacrato la Russia e tutto il mondo al cuore immacolato di Maria. Che significato ha questo gesto? Cosa vuol dire consacrarsi a Maria?

“Ha significati altissimi. Consacrarsi a Maria, cosa vuol dire? Io credo che significhi unirci a lei e offrire totalmente la nostra umanità, il nostro io più profondo, perché grazie alla sua intercessione – ossia la sua presenza accanto al Figlio di Dio – questa nostra vita collabori a che la grazia di Dio si espanda nel mondo intero. E tra i frutti della grazia più forti c’è la pace. Consacrarsi a Maria in questo giorno in cui lei ha offerto il suo sì e la sua collaborazione a Dio, significa unirci totalmente a lei in un impegno fattivo e collaborativo concreto perché la grazia di Dio continui ad operare all’interno dell’umanità. E in questo momento in cui l’uomo sembra aver smarrito la strada della pace, significa consacrarsi ad essere operatori di pace, operatori della riconciliazione, operatori di un mondo dove ci sono affamati e assetati di giustizia”.

Manuela Petrini

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