“Coloro che hanno perso i propri cari stanno piangendo, coloro che sono ancora vivi e che hanno perso “solo” la casa ringraziano Dio. La città sta soffrendo, i ricchi hanno ancora qualcosa, i poveri non hanno più nulla ed è lì che è andata Caritas. Abbiamo montato delle tende dove abbiamo allestito dei centri di accoglienza. Qui forniamo cibo, medicinali e sostegno psicologico. Abbiamo messo a disposizione anche dei conventi privati per accogliere la gente. Ci sono già tante chiamate per richieste di aiuto e molte persone sono anche arrivate”.
Interris ha raggiunto il responsabile di Caritas libano Padre Michel Abboud per ascoltare la testimonianza di chi ha vissuto in prima persona quel tragico momento dello scorso 4 agosto.
L’esplosione di Beirut dello scorso 4 agosto 2020 ha provocato una grave crisi umanitaria. Caritas Italiana ha espresso cordoglio e solidarietà ed è impegnata nel sostegno alla popolazione con interventi di aiuto di urgenza in appoggio a Caritas Libano.
Dopo la terribile esplosione avvenuta a Beirut, la Caritas Ambrosiana ha avviato una raccolta fondi a sostegno della Caritas Libano che sta attuando interventi di emergenza a favore della popolazione colpita (distribuzione di cibo, allestimento di cliniche mobili per l’assistenza medica, distribuzione di kit alimentari e igienici alla popolazione più vulnerabile, interventi vari di assistenza).
Il Libano è il secondo Paese per numero di rifugiati siriani accolti con oltre 1 milione di persone, per lo più in sistemazioni di fortuna, dato che il governo di Beirut non ha voluto autorizzare campi profughi ufficiali.
Caritas Italiana sostiene sin dal 2011 interventi in favore di rifugiati siriani e iracheni promossi da Caritas Libano, garantendo assistenza di base, supporto legale, psicologico e protezione a centinaia di migliaia di persone.
Nel 2018 Caritas Libano ha lanciato un nuovo intervento triennale sino al 2020 che prevede azioni di assistenza umanitaria e interventi di riabilitazione di medio e lungo periodo, attraverso l’allestimento di centri di accoglienza permanenti, il sostegno legale e psicologico.
L’appoggio di Caritas Italiana al programma è stato possibile grazie a donazioni private e a un contributo dell’otto per mille della Conferenza Epsicopale Italiana. A questo si aggiunge un intervento in favore delle famiglie colpite dalla grave crisi socio-economica in cui versa il paese dall’inizio del 2020 acuita dalla pandemia di Covid-19. L’impegno di Caritas Italiana prosegue per tutto il 2020.
Nel Paese inoltre sono realizzati progetti di servizio civile all’estero promossi da Caritas Ambrosiana in collaborazione con Caritas Libano e si sostengono microprogetti di sviluppo.
Nel 1972, il Padre gesuita Elie Maamari fonda la Caritas Libano Sud per aiutare la popolazione di questa regione. A seguito dello scoppio della guerra in Libano nel 1975, questa diventa Caritas Libano.
Nel 1981, l’Assemblea dei Patriarchi e dei Vescovi Cattolici del Libano approva gli statuti della Caritas che la definiscono l’organismo socio-pastorale della Chiesa.
Dato l’aumento dei bisogni nel paese, la Caritas si è allargata su tutto il territorio libanese costituendo dei distretti in quasi tutte le regioni. Attraverso questa decentralizzazione, Caritas Libano cerca di creare dei settori specializzati che rispondono ai diversi bisogni della popolazione.
Caritas Libano rispetta la decentralizzazione e l’autonomia locale, sottolineando, tuttavia, il coordinamento e lo scambio di informazioni con la sede centrale.
Caritas Libano pianifica i suoi interventi sulla base di orientamenti strategici che emergono a seguito di attente valutazioni socio-economiche del paese e dei bisogni delle persone più svantaggiate.
Gli orientamenti strategici prioritari sono:
“Abbiamo anche ricevuto un sostegno economico dalla Chiesa, un milione di euro dalla Cei e 250.000 euro dal Vaticano. L’obiettivo principale sono gli ospedali e stiamo cominciando a lavorare proprio in questi giorni perché sono le strutture principali che servono per affrontare l’emergenza sanitaria”.
“Oggi Beirut presenta una situazione di confusione aggravata dall’esplosione. Non è cambiato molto. Purtroppo già prima dell’esplosione c’era una grande confusione perché davanti avevamo la crisi, tanti che hanno perso lavoro, tante famiglie senza un fonte di reddito. A tutto questo si era già aggiunto il Coronavirus e adesso stiamo vivendo nel caos, non c’è miseria più grande di quella che abbiamo vissuto”.
“Andare avanti senza governo non è impossibile, abbiamo vissuto tanti mesi, anche un anno senza governo, ma non è il problema principale. Non si deve mai perdere la nostra appartenenza al territorio, non c’è mai una piccola o grande tragedia che può separarci dalla nave di Cristo. Il Libano si deve rialzare“.
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