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Locatelli: “Garante Nazionale: un punto di riferimento per tanti cittadini con disabilità e le loro famiglie”

Nel mondo, un individuo su sette vive, ovvero un miliardo di persone vive con una disabilità. Dietro a questi numeri si celano vite di famiglie e di persone che, ogni giorno, lottano silenziosamente per superare le difficoltà legate agli ostacoli di varia natura insiti nella quotidianità. Tutto ciò, nel corso degli anni, ha fatto si che, le istituzioni nazionali e sovranazionali, siano intervenute per favorire l’inclusione ad ogni livello della società e per consentire l’esercizio dei diritti fondamentali, senza discriminazioni di alcun tipo. In Italia, partendo da questo presupposto, dal varo della legge 104 del 1992 fino a giungere alla recente istituzione della figura del Garante nazionale delle persone con disabilità, sono stati compiuti diversi passi avanti che, sul piano internazionale, sono sfociati nell’organizzazione del primo G7 sulla disabilità che avrà luogo a ottobre in Umbria. Interris.it, in merito a questi temi e alle nuove nonché necessarie sfide sul fronte dell’inclusione, ha intervistato in esclusiva il ministro per le Disabilità dott.ssa Alessandra Locatelli.

 

Il Ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli. Foto cortesemente concessa dall’Ufficio Comunicazione e Relazioni esterne del ministro Locatelli

L’intervista

Ministro Locatelli, recentemente è stato istituito il Garante nazionale delle persone con disabilità che sarà operativo dal 2025. Quali saranno i tratti salienti di questo ufficio? Che obiettivi si pone?

“Il Garante per i diritti delle persone con disabilità è un organismo autonomo e indipendente che farà parte dell’apparato dello Stato, e sarà dotato di una sua struttura. Potrà agire anche d’ufficio per approfondire casi e situazioni che ritiene critiche, potrà entrare nelle strutture e verificare le condizioni delle persone con disabilità e ricevere istanze dalle stesse. Sull’eliminazione delle barriere architettoniche, per esempio, potrà insieme ai Comuni sollecitare un cronoprogramma e se così non fosse andare anche davanti al Tar. Sicuramente si tratta di un’innovazione e di una figura che sarà un punto di riferimento per tanti cittadini con disabilità e per le loro famiglie, e che sono certa contribuirà ad attuare quel cambio di prospettiva rispetto al mondo della disabilità che stiamo promuovendo con la legge delega e i tanti provvedimenti messi in campo in questi mesi”.

L’uso di una terminologia corretta quando si parla delle persone con disabilità è molto importante. Qual è il suo impegno in tal senso?

“Con la legge 227/2021 e il decreto attuativo sulla valutazione di base e multidimensionale abbiamo finalmente modificato la legislazione ordinaria. Le parole e le espressioni ‘handicap’, ‘portatore di handicap’, contenute nella legge 104 del 1992 e richiamate in tutte le leggi, dovranno essere sostituite dall’espressione ‘persone con disabilità’, in linea con quanto previsto dalla Convenzione ONU sui diritti per le persone con disabilità. Diamo così una risposta alle tante richieste che negli anni ci sono state e soprattutto chiariamo che dobbiamo sempre parlare di Persone. Utilizzare le parole giuste, cambiare il linguaggio aiuta a compiere un salto culturale, e può creare un’attenzione diversa anche tra le persone”.

Guardiamo al futuro: il 14, 15 e 16 ottobre 2024, in Umbria, si terrà il primo G7 sulla disabilità. Quali sono i suoi auspici per questo appuntamento internazionale? Come dovrà mutare la percezione della disabilità al livello globale?

“È una grande sfida e vorrei fosse un momento il più possibile condiviso. La prima giornata si svolgerà in piazza ad Assisi con l’accoglienza delle delegazioni degli altri ministri e sarà per la prima volta aperta a tutti i cittadini. Immagino un G7 concreto, un’occasione di confronto per condividere strategie e dalla quale usciranno impegni seri a livello mondiale sul tema. Nei prossimi giorni ospiterò a Roma Sara Minkara, Special Advisor sui Diritti delle persone con disabilità del Dipartimento di Stato americano. Abbiamo instaurato un ottimo rapporto e stiamo lavorando insieme perché questo primo G7 sulla disabilità e l’inclusione possa poi passare il testimone l’anno prossimo dall’Italia al Canada con un gruppo permanente di lavoro sul tema. C’è tanto da fare, ma è il momento giusto per cambiare la prospettiva e promuovere il diritto di ogni persona alla piena partecipazione alla vita sociale, civile e politica alla vita quotidiana in tutti i Paesi”.

Christian Cabello

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