Work-life balance: novità e priorità che accomunano i lavoratori 4.0

In crescita l'esigenza di far convivere in maniera pacifica la sfera professionale e quella privata. Un aspetto ritenuto importante dal 65% del campione coinvolto dall’indagine e in vetta alla classifica degli elementi più ricercati in un’impresa  insieme ad un clima aziendale piacevole

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Fonte: AID

Ecco i lavoratori 4.0. Secondo una ricerca condotta da Randstad nel 2022 gli italiani puntano al  “work life balance“. Ovvero al buon equilibrio tra vita privata e lavoro. Si tratta di uno dei fattori maggiormente ricercati dai lavoratori nella scelta di un’azienda. Un aspetto ritenuto importante dal 65% del campione coinvolto dall’indagine. E in vetta alla classifica degli elementi più ricercati in un’impresa  insieme ad un clima aziendale piacevole. Con il termine work life balance si intende letteralmente l’equilibrio tra la vita privata e il lavoro. Si tratta, dunque, della capacità di far convivere in maniera pacifica la sfera professionale e quella privata. “Il concetto in realtà è molto ampio- spiegano gli autori dell’indagine-. E’ stato usato per la prima volta negli anni Settanta in Gran Bretagna. Ed è divenuto di strettissima attualità soprattutto nell’ultimo periodo. In cui lo sviluppo tecnologico ha reso sempre più labile e sfocato il confine tra vita privata e sfera professionale. Sia per quanto riguarda i tempi sia per gli spazi fisici del lavoro”.lavoratori

Lavoratori 4.0

A cambiare il mondo del lavoro sono i nuovi trend come il Quiet Quitting. Ovvero l’attitudine ad eseguire il minimo indispensabile. Nel rigoroso rispetto delle proprie mansioni e del proprio orario di lavoro. E il Reverse Mentoring che fa interagire senior e giovani nelle imprese. Una pratica sempre più diffusa in azienda. Mediante la quale i dipendenti più giovani, meno esperti ma più digital, sono chiamati a trasferire competenze ai colleghi senior. E ad aiutarli a familiarizzare con la tecnologia. Letteralmente un “mentoring al contrario”. In cui si invertono le parti dell’insegnante e dell’allievo. E così l’azienda cresce anche grazie alle competenze delle giovani generazioni. Come i Millennials e la Gen Z. L’interazione tra colleghi di età differente è un valore riconosciuto a livello professionale e personale. Per il 70,4% i benefici sono reciproci. Nessun pregiudizio verso un capo più giovane. Per il 77% è un’occasione di imparare.lavoratori

Priorità

La “work-life balance” è la priorità che accomuna tutte le generazioni (49,8%). Così come l’attaccamento al lavoro (58,4%)- Problem solving e livello di istruzione sono le principali differenze tra le diverse fasce d’età dei lavoratori. Generazioni diverse che si confrontano e lavorano fianco a fianco. Opportunità o minaccia? I lavoratori sembrano sostanzialmente allineati e liberi da pregiudizi. Quello che conta è la professionalità. E lo scambio, quando c’è, è proficuo. È quanto emerge dall’Indagine* Generazioni al Lavoro, condotta da InfoJobs, leader in Italia per la ricerca di lavoro online. E’ stato chiesto ai candidati iscritti in piattaforma come le diverse generazioni vivano il rapporto tra loro in azienda/ufficio. Il campione include Boomers, Gen X, Millennials e Gen Z. Il 70,4% ritiene che il rapporto tra le figure più anziane e i giovani, sul lavoro, generi benefici reciproci. Solo per il 15,6% il rapporto è conflittuale. Soprattutto perché ogni generazione è custode del proprio know-how. E tende a non condividerlo. Mentre il restante 14% non è in grado di valutarlo. Perché non ci sono occasioni di scambio tra le generazioni nel proprio ruolo (9,3%). O perché nella propria azienda senior e junior occupano proprio ruoli differenti. Generalmente in ambiti manageriali e ai livelli base (4,7%).lavoro

Valore rilevante

Tanti gli elementi in comune tra professionisti nelle diverse generazioni. Per esigenze di conciliare vita privata e lavorativa. E aspirazioni di crescita e carriera. Primo fra tutti appunto il work-life balance. Un valore sempre più rilevante per tutti i lavoratori. Tanto che il 49,8% del campione lo ritiene fondamentale per tutte le generazioni senza distinzioni. Mentre secondo il 20,2% è più sentito dai giovani. A causa della loro attenzione e protezione verso la propria vita privata. Infine per il 30% il bilanciamento tra vita professionale e vita privata è più cercato e richiesto da chi ha famiglia. E maggiori impegni da gestire fuori dal lavoro. Uno degli elementi che vengono tipicamente considerati “divisivi” tra le generazioni è l’attaccamento al lavoro. Spesso sinonimo di spirito di sacrificio. Ma in questo caso non si evidenziano pareri contrastanti. Per la maggior parte (58,4%), infatti, dipende dal proprio modo di essere o dalla tipologia di lavoro svolto. Non tanto dall’età. Ma se si parla di straordinari e disponibilità, le nuove generazioni sono meno propense a lavorare oltre l’orario lavorativo (32,7%). Così da poter dare spazio ad altre priorità. Solo l’8,9% dichiara che le figure senior siano più stanche e non più motivate dal percorso di carriera. E per questo meno disponibili a sacrifici e cambiamenti.lavoratori

Percezione positiva

Tra gli aspetti che legano figure giovani e senior c’è anche la percezione positiva verso un datore di lavoro e/o un superiore più giovane. Vista come un’opportunità di imparare per la grande maggioranza degli intervistati (77%). Considerata invece con diffidenza. Soprattutto in riferimento alle competenze dal 9,8%. E come una minaccia dal 13,1%. Insoddisfatto perché le proprie competenze e l’esperienza pregressa non abbiano consentito di ottenere tale posizione. A tal proposito l’inserimento in azienda di una nuova risorsa spesso non è supportato da una gestione particolare in base alla discriminante dell’età. Nel caso si tratti di una risorsa junior è il ruolo ricoperto ad aver maggiore valore per il 55% degli intervistati non l’età. Mentre il 45% sostiene vi sia, nella propria azienda, un’attenzione privilegiata con attività di formazione. O un percorso strutturato di affiancamento a una risorsa senior. Se invece è una risorsa “over 45” a fare il suo ingresso in azienda le variabili aumentano. Pur restando in testa l’importanza del ruolo ricoperto rispetto al fattore età (29,9%). Il 26,5% evidenzia la presenza di un percorso strutturato con affiancamento. Se si tratta di una sostituzione. Mentre il 20,1% non vede particolari azioni. In quanto si presuppone che tale figura abbia esperienza nella mansione che svolgerà. Infine, il 23,4% non ha visto, all’interno della propria azienda, ingressi in età over 45 nell’ultimo anno.crisi

Quiet Quitting

InfoJobs ha interpellato i propri utenti. Scoprendo che, indipendentemente dall’età, sostengono che il Quiet Quitting sia un fenomeno sconosciuto per il 38,2%. Lavorare lo stretto necessario non sembra essere un’attitudine particolarmente sentita. Da quanti invece ne riconoscono l’esistenza nel proprio ambiente lavorativo, viene visto come cross generazionale (31,3%). Emerso soprattutto dopo il periodo della pandemia. Per il 19,2% è invece tipico delle figure più mature. Che ormai non vedono davanti a sé prospettive di carriera. E solo per l’11,3% si tratta di una tendenza delle giovani risorse. InfoJobs è la piattaforma numero uno in Italia per la ricerca di lavoro online. Con oltre 6,5 milioni di utenti registrati. 5.000 aziende attive. E mille nuove offerte ogni giorno in 20 categorie diverse. Dal 2004, InfoJobs si propone di guidare l’evoluzione del tradizionale mercato del lavoro. Abilitando in modo rapido e dinamico l’incontro tra aziende e candidati. Utilizzando al meglio le potenzialità del digitale. Per offrire consulenza e soluzioni tailor-made centrate sull’utente.