“Il Giubileo Lauretano si adegua all’emergenza e la sua grazia è viva più che mai”

A Interris.it l’arcivescovo Fabio Dal Cin, delegato pontificio di Loreto, spiega come la Santa Casa modifica il calendario delle celebrazioni giubilari rimanendo riferimento spirituale mondiale in pandemia

“Il Giubileo Lauretano si adegua alla situazione emergenziale modificando il proprio calendario in attesa di una evoluzione del quadro sanitario, ma la Grazia del Giubileo rimane viva più che mai”, spiega a Interris.it l’arcivescovo Fabio Dal Cin, delegato pontificio di Loreto. Nella Santa Casa di Loreto, papa Francesco ha firmato l’esortazione apostolica post-sinodale Christus vivit, indirizzata “ai giovani e a tutto il popolo di Dio”, ispirata “dalla ricchezza delle riflessioni e dei dialoghi del Sinodo dei giovani”. Aggiunge il presule: “Se lo scopo del Giubileo Lauretano è quello di darci la possibilità di avvicinarci a Dio tramite Maria di Loreto, allora in questa dolorosa esperienza abbiamo nella Beata Vergine un riferimento in più per affrontare una situazione drammatica nel disegno che Dio ha permesso”.

Con la domenica delle Palme inizia la Settimana Santa. Loreto testimonia al mondo il Vangelo della famiglia e della prossimità. Quale significato spirituale ha questa Quaresima vissuta nella preoccupazione collettiva per la pandemia di coronavirus?

“Si tratta di una Quaresima e di una Pasqua decisamente inedite. Anche se non c’è la celebrazione delle Sante Messe con il popolo, noi sacerdoti ogni giorno celebriamo per tutti. La preghiera dei fedeli che sono a casa è una preghiera personale che tutti possono fare anche con l’aiuto dei social e dei nuovi mezzi di comunicazione. Una preghiera da vivere col desiderio dell’Eucarestia. Tutti noi ci troviamo in una situazione di ricchezza spirituale per la facilità di accedere ai sacramenti: questo digiuno  che stiamo sperimentando ci aiuta a capire la situazione di tanti nostri fratelli in missione, lì dove i sacerdoti sono pochi e le celebrazioni eucaristiche sono molto rare e ci interroga su come ci siamo accostati fino ad oggi ai sacramenti. Che ne abbiamo fatto, ad esempio, di tante prime comunioni, di matrimoni, di cresime? Come le abbiamo vissute? Che continuità hanno avuto nella nostra vita? Il digiuno di oggi ci aiuti ad avere fame di Cristo, Unico Salvatore, l’unico che rigenera la vita personale, familiare e sociale”.

Cosa insegna la Santa Casa all’umanità angosciata dall’emergenza sanitaria?

“La Casa di Maria richiama la fertilità della vita di fede. Anche Maria ha vissuto la nostra quotidianità. È stata sposa e madre. Con Giuseppe ha vissuto l’esilio in Egitto, per proteggere Gesù; è rimasta vedova di Giuseppe; ha condiviso la missione di suo Figlio, fino al dolore più grande: la Sua morte in Croce. Lei può comprendere la sofferenza che tocca oggi le famiglie colpite dal virus: la lontananza dai familiari, la solitudine di molti anziani, la sofferenza di chi è malato e ha paura di morire, la preoccupazione di chi teme di perdere il proprio lavoro. Sentiamo Maria come una di noi, che ha provato ciò che stiamo vivendo in questo drammatico momento. La Santa Casa insegna a vivere l’emergenza in ascolto della Santa Famiglia. Attraverso queste pareti la Santa Famiglia continua ad indicarci la strada della fede in Dio, colui che non ci abbandona mai, per affrontare ogni sfida, anche quando non tutto ci è chiaro. Nei momenti più bui, solo la luce della fede ci può sostenere e incoraggiare a resistere, così come ha fatto Lei sotto la Croce”.

In questo periodo che le famiglie sono costrette tra le mura domestiche, quale insegnamenti arriva dalla spiritualità lauretana alle famiglie?

“La riscoperta della famiglia, la bellezza delle relazioni, il potersi dedicare reciprocamente più tempo per l’ascolto, per la comprensione e magari per ricominciare nel perdono vicendevole. In questo tempo nel quale ci apprestiamo a vivere la Pasqua è insolito, per le famiglie, non partecipare ai sacri riti. Questa emergenza, che ci obbliga a stare a casa, non ferma la celebrazione della Pasqua del Signore. Per questo motivo ho ritenuto opportuno dare alcuni consigli ai parroci e ai religiosi, perché aiutino i nuclei familiari, seppur senza contatto fisico diretto, a vivere in clima di fede questi giorni pasquali”.

Può farci un esempio?

“Questa situazione è un’opportunità per valorizzare la propria abitazione come luogo di preghiera, valorizzando i segni religiosi di casa che richiamano le celebrazioni in chiesa, con l’accensione di un cero, con la lettura della Sacra Scrittura, con l’adorazione del crocifisso, il senso della benedizione. Sono indicazioni semplici che possono essere adottate facilmente da tutti. Così come la preghiera prima del pranzo o del segno della croce sulla fronte dei propri familiari ogni giorno: questo tempo è l’occasione per rinnovare quel linguaggio religioso che permette di esprimere la fede nella Presenza di Dio ed entrare in relazione viva con Lui. Seguire le celebrazioni in tv e in rete sarà un modo per fare comunione, per unirci spiritualmente e per essere ben prepararti nel momento in cui torneremo a celebrare l’Eucarestia di nuovo insieme in chiesa”.

Come si svolgeranno i riti della Settimana Santa in un luogo come Loreto, dal quale la devozione mariana si irradia sul mondo intero?

“I riti della Settimana Santa e il Triduo Pasquale, come sappiamo, saranno tutti senza concorso di popolo e così la Domenica delle Palme celebreremo la Santa Messa senza la consueta processione con i rami d’olivo. Le celebrazioni dalla Basilica potranno essere seguite da tutti in diretta attraverso i nostri canali di streaming (YouTube “Santa Casa Loreto” e www.santuarioloreto.it). Sarà senz’altro una Pasqua inedita, ma servirà a ricordarci che la Pasqua di Cristo non la si può ridurre ad un buon pranzo in famiglia o all’andare a Messa per consuetudine. Questa particolare situazione ci aiuti a riscoprirne la centralità, il cuore della nostra fede, il momento culmine della vita di Gesù: Lui la celebra perché i suoi discepoli non si perdano nella prova. E questo è drammaticamente vero anche per noi oggi”.

Papa Francesco ha invocato da Dio la liberazione dal virus e la fine di questa emergenza sanitaria. Cosa può dire Loreto al mondo di oggi angosciato e insicuro?

“La Santa Casa di Loreto invita ad invocare Maria, per non perdere la speranza nel Dio della vita. Lo facciamo ogni sera alle ore 21.00 con la recita del Rosario e la Supplica alla Madonna di Loreto per la liberazione dal male e dalla pandemia. Questo è il luogo del sì’ di Maria a Dio e quel sì lo gridiamo anche noi in questo momento difficile e preoccupante. In questo luogo, dove Maria bambina ha vissuto, affidiamo i nostri ragazzi, affidiamo le relazioni familiari, per ripartire da lì, rinnovati e più forti di prima. Tra queste pareti si è manifestato lo Spirito Santo, dunque è qui che ora vogliamo invocarlo per la nostra vita, per gli ammalati, affinché ottengano la salute e la serenità nella sofferenza”.

Quale consiglio si sente di dare ai fedeli?

“Per rendere ancor più potente e incisivo il messaggio della Santa Casa mi permetto di suggerire ad ognuno di entrare nella rete di preghiera online “Pietre Vive”, uno strumento per diffondere in ogni parte del mondo la preghiera della Santa Famiglia di Nazareth per i giovani, per le famiglie e per gli ammalati.Oltre che invitare e sollecitare alla preghiera, il Santuario ha predisposto un “Centro di ascolto” online, più che mai necessario in questo momento, con volontari a disposizione per l’ascolto di problematiche personali o familiari (invito a consultare il sito www.santuarioloreto.it). Per vincere la paura e l’angoscia occorrono gesti e segni concreti: la preghiera e la carità sono l’antidoto ad ogni paura, sono il sostegno alla speranza e la forza per affrontare insieme qualsiasi ostacolo”.