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Garlatti: “Ecco le proposte dell’Agia sulle questioni urgenti da sottoporre al governo”

La politica e le istituzioni ascoltino i giovani e i giovanissimi e diano risposte alle loro domande, che negli ultimi due anni si sono ulteriormente complicate. La pandemia ha colpito gli ambiti dove si svolgeva la vita dei minorenni: la scuola,  i luoghi di aggregazione e di socialità, i posti dove fare sport. Con l’effetto di amplificare le fragilità e ampliare le diseguaglianze. Secondo l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia) Carla Garlatti, sono cinque le questioni urgenti da affrontare, a tutela dei diritti dei bambini e dei ragazzi: povertà minorile, dispersione scolastica, salute mentale, ambiente digitale e partecipazione dei minori. Interris.it l’ha intervistata.

L’intervista

Uno dei temi che sottoponente all’attenzione del governo è quello della povertà minorile. Qual impatto ha sul presente e sul futuro dei ragazzi e come se ne può uscire?

“Secondo l’ultimo rapporto Istat dello scorso giugno, oltre 1,3 milioni di minori erano in povertà assoluta. Un numero stabile rispetto all’anno precedente ma che segna un +3% sul 2019. Vivere in condizioni di povertà assoluta significa non poter godere delle cose di cui godono solitamente i bambini, non potersi garantire un pasto proteico al giorno né abitare in una casa riscaldata. Inoltre, sempre secondo Istat, l’incidenza della povertà aumenta al crescere della presenza dei figli minori, da poco più dell’11% delle coppie con due figli al 20% delle coppie con tre o più figli. Significa che la povertà si eredita. Bisogna rompere questo vincolo e realizzare l’uguaglianza sostanziale, cioè che tutti abbiano le stesse possibilità di partenza. Occorre incrementare gli aiuti diretti alle famiglie con figli minori in condizioni di disagio e recentemente la Rete dei garanti europei ha (Enoc) ha adottato un position statement in cui invita ad affrontare il tema del caro energia anche tenendo in conto proprio le situazioni di disagio che riguardano i minori. La scuola, inoltre, resta sempre di fondamentale importanza: a un titolo di studio più elevato, mediamente, corrisponde un minore rischio di povertà”.

A proposito della scuola, nel nostro Paese la dispersione scolastica è al 13,1%, in miglioramento ma ancora al di sopra della soglia europea. Cosa propone per progredire ancora su questo fronte?

“Nel 2022 l’Agia ha pubblicato un’analisi che prende in considerazione molteplici fattori, dalla disoccupazione all’esclusione sociale, dalla povertà a motivazioni riconducibili a difficoltà personali del singolo minore. La risposta al problema deve essere composita. Si devono creare aree di educazione prioritaria in quelle zone del Paese a maggior rischio di esclusione sociale, come anche alcune periferie. Si deve rendere la scuola più attrattiva. Si possono pensare dei benefici economici di sostegno al reddito per i genitori collegati alla circostanza che figli frequentino regolarmente scuola. Ripensare l’offerta dei luoghi, con scuole di musica, palestre, laboratori d’arte. E dare fiducia ai ragazzi, altrimenti loro non avranno fiducia nei loro interlocutori adulti”.

La salute mentale dei nostri giovani e giovanissimi ha particolarmente risentito dei periodi più duri e dell’incertezza della pandemia. Che tipo di aiuto è possibile dargli?

“L’Agia ha effettuato uno studio qualitativo degli effetti della pandemia sulla salute mentale dei ragazzi e suggerisce la definizione di tre livelli essenziali delle prestazioni (lep), che prevedano un’equipe multidimensionale e multiprofessionale, con un livello di professionalità che deve essere uniforme in tutto il territorio nazionale. Ancora, standard uniformi, di qualità e capacità d’intervento tempestivo in percorsi integrati di cura e di assistenza per ragazzi con disturbi del neurosviluppo e disagio psicologico. Infine, nella psicologia scolastica superare la logica dello sportello uno a uno, in favore di un lavoro con classi o gruppi di classi per intercettare il disagio”.

L’ambiente digitale è pieno di opportunità e rischi. Come aiutare i giovanissimi a muovercisi in sicurezza?

“Non si può più prescindere dall’uso della rete per aver accesso all’informazione, conoscere e anche divertirsi. Abbiamo partecipato a un tavolo del Ministero della Giustizia da cui sono emerse diverse proposte, come quella dell’accertamento dell’età sulla falsariga dell’identità digitale, lo Spid. Occorre inoltre lavorare sulla prevenzione, perché è difficile e importante ‘riparare’ il danno che subisce un ragazzino che cade in una trappola della Rete. L’Agia è attiva con un progetto sull’educazione digitale a cui hanno risposte oltre 500 scuole, ma l’educazione digitale deve riguardare anche i genitori o gli adulti di riferimento, perché loro devono essere i primi a capire i pericoli a cui involontariamente possono esporre i propri figli. Pensiamo al fenomeno dello sharenting, l’esposizione sui vari del social dei bambini da parte dei genitori”,

L’Agia sottolinea anche l’importanza di prevedere sistemi di valutazione di impatto. I ragazzi che ruolo possono avere in questo?

“E’ importante che quando si adottano decisioni a carattere normativo si effettuino anche dei procedimenti partecipati ex ante su come quelle vadano a impattare sui diritti dei minori. Successivamente, una volta adottata una decisione, occorre una verifica se questa ha raggiunto o meno l’obiettivo prefissato, se c’è stato un cambiamento e di che tipo, se occorre ‘correggere il tiro’ per tenere conto delle esigenze dei minori. Le valutazioni devono essere partecipate coinvolgendo anche nell’indagine anche i ragazzi, in base al loro grado di maturità”.

Lorenzo Cipolla

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