Le parole di Francesco risuonano sempre più isolate nel silenzio globale– Nella coltre di indifferenza che sistematicamente scende sulle terre di conflitto e di violenza. Su quelle che Vatican news definisce “guerre dimenticate”. Ma sulle quali, fino a pochi mesi prima, puntava l’attenzione della comunità internazionale. Cosa accade da un certo punto in poi? Cosa fa sì che di colpo si smetta di parlare di Siria o di Afghanistan? O che si continui a non parlare di Yemen, di Libia. Oppure della violenza delle organizzazioni criminali in alcune società latino americane? D’un tratto diventano “guerre dimenticate”. Ciò accade, secondo il professor Bozzo, perché l’attenzione dei media, superato il momento della crisi, si spegne. E quindi l’opinione pubblica si concentra su altre questioni. Un tragico copione che si ripete ogni qual volta scoppia un nuovo conflitto. O un conflitto si intensifica. O un conflitto (Siria o Afghanistan) pare essere giunto, per un motivo o per l’altro, a “conclusione” .
Prosegue lo studioso: “Ciò che è vicino, ciò che tocca direttamente, interessa ciascuno di noi. Più di quanto invece accade a migliaia di chilometri di distanza. E che spesso non ci viene rappresentato nella sua gravità”. Un atteggiamento questo che “pecca di miopia”. Poiché “il sistema internazionale in cui viviamo è profondamente integrato e interconnesso. Non ci si può disinteressare di ciò che avviene altrove. Perché potrebbe finire per avere delle conseguenze gravi e impreviste anche per noi”. A tutto questo vanno aggiunti altri aspetti dei conflitti che ormai vengono totalmente dimenticati o ignorati. E cioè i numeri sempre più alti delle vittime che non riescono neanche più ad essere raggiunte dagli aiuti umanitari. E il drammatico incremento di rifugiati e sfollati. Arrivati a oltre 80 milioni.
Occorre, secondo il professor Bozzo, “uno sforzo congiunto della comunità internazionale. Una mobilitazione che però, al momento, pare niente affatto propensa e pronta ad effettuare sforzi congiunti. Anche perché poi, evidentemente, in ciascuna di queste ‘crisi dimenticate’ entrano in gioco gli interessi contrapposti. In particolare delle grandi potenze. E questo frena oggettivamente la possibilità d’azione“.
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