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Come vivere il Sabato Santo. L’intervista di Interris.it a don Saulo Scarabattoli

In un’antica “Omelia sul Sabato Santo” (PG 43, 439. 451. 462-463) si legge: “Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi”.

Il Sabato giorno del Silenzio

Oggi, dopo la celebrazione nel Venerdì Santo della crocifissione e morte di Gesù, le nostre chiese sono spoglie e silenziose, non suonano le campane, un giorno cupo, di sgomento. Uniti alla Vergine Maria e agli apostoli siamo in attesa di un nuovo giorno: l’annuncio della resurrezione nella Domenica di Pasqua.

L’intervista

Per comprendere in pieno il significato e l’importanza del Sabato Santo, come i cristiani dovrebberero vivere questo giorno, Interris.it ha intervistato don Saulo Scarabattoli, parroco della chiesa di Santo Spirito di Perugia.

Don Saulo, qual è il significato del Sabato Santo? 

“Il Venerdì santo celebriamo la Pasqua della morte, il Sabato santo la Pasqua dell’attesa e la Domenica la Pasqua della Resurrezione. Che cosa significa l’attesa? Il cardinale Martini ha scritto un libro bellissimo ‘Sette donne del Sabato Santo’ (editore Centro Ambrosiano), per descrivere il loro coraggio di fronte a una tomba sigillata”.

Cosa vuol dire attesa per le pie donne?

“Vuol dire invocare, Maranatha ‘Vieni signore Gesù’. L’attesa è nello stesso tempo sgomento, incertezza, ma speranza certa. Le donne del sabato santo, come dice il cardinale Martini, conoscono la scrittura. Il Vangelo di Matteo ha molti riferimenti all’Antico Testamento, con la prima stori di Israele. La ‘prova’ di quello che avviene è proprio nella profezia delle Sacre Scritture. Quindi, il sabato santo è il giorno dell’attesa perché così è scritto. Il ritmo ternario – la morte, l’attesa e la resurrezione – è proprio della vita di ognuno: è questo il ritmo di Dio e l’ultima parola è sempre la resurrezione”.

In una preghiera scritta da don Tonino Bello si legge: “Santa Maria, donna del Sabato santo, raccontaci come, sul crepuscolo di quel giorno, ti sei preparata all’ incontro col tuo figlio Risorto”. Anche Maria, quindi, nel giorno del Sabato Santo è in attesa?

“Certo. Fra le donne del Sabato Santo, la prima è proprio Maria. Questa espressione di don Tonino Bello rimanda a un’immagine così delicata e poetica”.

Noi credenti come dovremmo vivere in questo giorno?

“Dovremmo vivere il Sabato Santo in attesa che la Parola si realizzi, ossia restare in attesa di quella che San Francesco chiamava ‘speranza certa’. Ancora non possiamo vedere, ma già la Scrittura mi fa percepire la verità della resurrezione nel giorno dopo il sabato”.

Manuela Petrini

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