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62 mila persone scomparse in Italia. Sulle orme di chi svanisce nel nulla: intervista all’avvocato Rometta

Oggi l’Italia conta 61.826 persone scomparse.”E’ indubbio che in pandemia il mondo degli scomparsi ci impone un approccio nuovo e moderno”, afferma a Interris.it avvocato Daica Rometta legale di Penelope Italia.

Tante sfaccettature

Secondo l’avvocato Daica Rometta, la situazione di emergenza esige “risposte mirate al fine di evitare di curare ‘malattie’ diverse. Somministrando però sempre e comunque lo stesso farmaco”. Ai diversi operatori è richiesta, quindi, “una sensibilità ed una preparazione diversa e moderna. Che possa permettere loro di sondare. E di capire, per quanto sia possibile, un mondo, quale è quello della scomparsa. Dinamico e con tante sfaccettature”.

Per non dimenticare le persone scomparse

In Italia ogni anno scompaiono migliaia di persone. Tra queste alcune vengono ritrovate. Di altre, si perdono le tracce per anni. O talvolta per sempre.  Ad affiancare e sostenere le famiglie che vivono questo dramma, c’è Penelope Italia. E’l’associazione nazionale delle famiglie e degli amici delle persone scomparse. La Onlus nasce dall’esigenza di dare supporto a coloro che si subire a vivere la scomparsa di una persona cara. Parlare delle persone scomparse è uno strumento indispensabile per il loro ritrovamento.Della scomparsa delle persone i mass media in genere si interessano in modo distratto e per periodi di tempo limitati. Cosa accade in un nucleo familiare quando scompare una persona cara?

“Nei casi di scomparsa il ricorso ai mass media è fondamentale per mantenere alta l’attenzione su un fenomeno che ormai sta dilagando. E per creare di una rete di solidarietà che, talvolta, può risultare decisiva. Non solo per sostenere i familiari. Ma anche ai fini del ritrovamento. Non è infrequente infatti che lo scomparso venga rintracciato grazie alle segnalazioni. Da parte di soggetti che hanno appreso la notizia dai mass media”.Con quali sentimenti?

“Le famiglie che subiscono questo dramma, indipendentemente dalle cause che lo determinano, sono tutte animate dagli stessi sentimenti. Ossia ansia. Paura. Angoscia. Smarrimento. Frustrazione legata all’impotenza di non sapere cosa fare. È uguale in tutte le famiglie. I comuni denominatori sono il dolore e la speranza degli uomini e delle donne che si trovano a subire ed affrontare tale situazione”.Lei sta seguendo la vicenda di una 29enne ucraina svanita nel nulla il 1° novembre scorso in provincia di Pisa. E’ vero che ad essere decisive per il ritrovamento sono i primi momenti dopo la scomparsa?

“Assolutamente sì, e proprio su questo tema l’Associazione Penelope Italia, ha, nel corso del tempo, intrapreso una alacre attività, a più livelli e su più fronti, finalizzata a dare concretezza e materialità agli scopi statutari. In thema, non può non rilevarsi come la stessa, da anni, si sia fatta promotrice di iniziative legislative che hanno raggiunto obiettivi significativi: a titolo esemplificativo, si consideri l’impegno profuso nell’iter che ha portato alla promulgazione della numero 203 del 2012. Le novità contenute nella legge in parola, sono rinvenibili nel fatto che chiunque e non solo i diretti familiari, potranno denunciare immediatamente la scomparsa di una persona cara, potendo così far partire sin da subito le attività di ricerca volte al rintraccio del soggetto”.E per il caso specifico?

“Con riguardo alla scomparsa della signora Khrystyna Novak, l’Associazione Penelope è scesa in campo a sostegno e supporto della signora Inna, madre di Khrystyna, che sta vivendo da oltre due mesi il dramma della scomparsa della propria figlia. Io rappresento la madre nel procedimento penale apertosi, a seguito della scomparsa in parola, presso la Procura di Pisa. È una fase delicata dell’indagine in cui gli Inquirenti svolgono con il massimo riserbo, così come la fase stessa impone, un lavoro operoso, attento ed articolato, e confidiamo che porti a dare risposte a questa mamma che vive il dramma dell’attesa legata al non sapere dove si trovi e che fine abbia fatto la propria figlia”.

Quali elementi ravvisa l’associazione Penelope che possano consentire di tracciare un trend nella scomparsa di persone in Italia negli ultimi anni?

“Nell’universo del dolore, quello degli scomparsi è un mondo nel mondo, una terra di nessuno in continua trasformazione, ed è per questo che anche Penelope Toscana sente più che mai l’esigenza di una revisione e modifica nell’approccio a questo fenomeno, che, dati alla mano, risulta di anno in anno in allarmante crescita. Si tratta di un fenomeno particolarmente complesso, che cela cause e ragioni diverse (disagio psichico, delitto, malattie degenerative, fenomeni suicidiari ecc). Proprio l’eterogeneità delle cause rende difficile agire preventivamente per arginare questa piaga”.Cioè?

La tempestività nelle ricerche è fondamentale, ma, da sola, non basta. Occorre una formazione specifica e multidisciplinare di tutti gli operatori chiamati ad intervenire, che consenta loro di comprendere subito il fenomeno e attuare un piano strategico e sinergico  per il rintraccio della persona scomparsa”. Può farci un esempio?

“È indubbio che fintanto che non si arriverà a creare una figura professionale in grado di saper decodificare sin da subito il fenomeno sarebbe auspicabile che chi viene chiamato ad intervenire nell’immediato sappia capitalizzare al massimo tutte le conoscenze già esistenti, essendo troppo spesso rimesso tutto alla sensibilità del singolo soggetto operante”.L’emergenza sanitaria in corso incide sul fenomeno della scomparsa di persone?

“Ha inciso soprattutto nella fase del lockdown in cui l’adozione di misure atte al rintraccio di soggetti scomparsi in quel determinato periodo è stata maggiormente difficoltosa a causa delle limitazioni stringenti in atto”.Spenti i riflettori mediatici, c’è il rischio che le persone scomparse divengano gli ultimi tra gli ultimi e che ci si dimentichi di loro?

“E’ un rischio concreto che noi dell’Associazione Penelope cerchiamo in tutti i modi di scongiurare attraverso il supporto umano e tecnico che cerchiamo di dare a chi vive la tragica della scomparsa di una persona cara. Ed infatti, mentre un familiare continua a vivere nella propria intimità quella che gli esperti chiamano e definiscono “mancanza ambigua” , indicando con tale locuzione la situazione legata al fatto che un persona fisicamente assente è ancora psicologicamente presente, il calo dell’attenzione e dei riflettori può incidere negativamente sulla possibilità di mantenere sempre alta l’attenzione, anche in vista di possibili avvistamenti e/o segnalazioni. Invero la scomparsa non è solo un dramma privato ma rappresenta spesso una tragedia per l’intera comunità”.A cosa si riferisce?

“La verità è che non esistono persone geneticamente predisposte all’allontanamento, nessuno è potenzialmente immune, la casistica evidenzia come non ci sono quartieri più a rischio rispetto ad altri, non ci sono professioni o mestieri immuni o situazioni e famiglie con riserva. Può davvero riguardare e coinvolgere (stravolgere) la vita di chiunque improvvisamente ed inaspettatamente”.

 


 

Giacomo Galeazzi

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