Vietnam, giro di vite contro la dissidenza religiosa

Hanoi, Nguyen Huu Vinh, 58 anni, meglio noto come Anh Ba Sam, e il suo assistente Nguyen Thi Minh Thuy, 34 anni, trattenuti per oltre sei mesi in carcere senza alcuna incriminazione, rischiano una condanna fino a sette anni per aver violato l’articolo 258, che punisce gli “abusi di libertà e democrazia” per “violare gli interessi dello Stato”. Il reato contestato dall’accusa sarebbe quello di aver pubblicato saggi critici verso il governo di Hanoi, gli avvocati difensori dei due attivisti rispondono che il procedimento giudiziario avviato dal tribunale è illegale e privo di fondamento giuridico.

Da tempo il governo vietnamita ha lanciato una campagna di repressione verso blogger, attivisti e dissidenti che chiedono libertà religiosa e il rispetto dei diritti civili, ricordiamo ad esempio il fenomeno accaduto lo scorso anno nella diocesi di Vinh quando media e governo hanno promosso attacchi mirati e diffamatori contro il vescovo in prima fila nella lotta a sostegno dei diritti della popolazione contro gli abusi perpetrati dall’amministrazione locale e dalle forze dell’ordine.

L’avvocato Ha Huy Son, che rappresenterà Nguyen Huu nelle aule di tribunale afferma che il caso viola le leggi del Paese, perché “la polizia li ha prima arrestati, poi è andata in cerca delle prove” per incriminarli.Solo nel 2013, Hanoi ha arrestato decine di attivisti per crimini “contro lo Stato”.
Per l’avvocato pro diritti umani Trinh Huu Long i due blogger, se si seguono i dettami del sistema giuridico vietnamita, hanno poche possibilità di sfuggire a una condanna; tuttavia, si potrebbe utilizzare l’adesione di Hanoi alla Convenzione Onu sui diritti umani per ottenerne il rilascio.

Tutto questo a meno di un mese dall’incontro del primo ministro della Repubblica Socialista del Vietnam, Nguyễn Tân Dũng con Papa Francesco. L’udienza fu concessa dal Santo Padre per rafforzare le relazioni tra Santa Sede e Vietnam e per promuovere la pace e la stabilità nel continente asiatico.