“Via i giornalisti cristiani!” Gruppo integralista pakistano minaccia attentato suicida

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“Cacciate i giornalisti cristiani, altrimenti loro e coloro che gestiscono l’associazione potrebbero essere attaccati da attentatori suicidi”. E’ la minaccia di Fidayeen-e-Islam, un movimento clandestino del Pakistan, nei confronti del “Club della stampa” di Quetta, città vicina al confine con l’Afghanistan. Il gruppo estremista ha inviato una lettera alla direzione del Club in cui si chiede esplicitamente l’espulsione di quattro giornalisti cristiani identificati con il loro nome. “Vi definite musulmani – si legge nella missiva scritta in urdu – ma nelle vostre file ci sono cristiani che diffondono la loro religione”.

Il presidente del “Club della stampa”, Raza Rahman, ha respinto le minacce definendole “prive di fondamento” e precisando che i quattro “non sono impegnati in alcuna attività di proselitismo come scritto nella lettera”. Intanto in un convegno appena concluso a Roma, intitolato “Perseguiteranno anche voi. Persone, drammi e prospettive”, è emerso che nel mondo l’80% delle persone uccise a causa della loro fede sono cristiane. Inoltre si stima che ogni anno settemila cristiani muoiono per il loro credo.

Numerosi sono i fronti in cui si perpetra tale tragedia: Libia, Nigeria, Pakistan, Iraq, dove oltre 100 mila cristiani sono stati cacciati dalle loro case a Mosul ed Erbil e vivono come profughi insieme alle altre minoranze perseguitate dall’autoproclamato Stato islamico. Ma, nonostante le violenze subite, il contributo dei cristiani continua a essere prezioso per l’integrazione e il dialogo. Ne è convinto padre Bernardo Cervellera, direttore di Asianews che ha dichiarato che i credenti in Cristo rappresentano “una specie di collante, perché questo puntare sulla dignità dell’uomo li porta a essere dialoganti sia con i musulmani sunniti, sia con i musulmani sciiti, con gli yazidi, con i drusi, etc.”.