E’ in corso a Caracas la 108.ma Assemblea Plenaria della Conferenza Episcopale del Venezuela (Cev). Vi partecipano 50 presuli provenienti dalle 45 giurisdizioni ecclesiastiche del Paese. Sulla scrivania dei Vescovi, le importanti questioni relative allo scenario di crisi che sta vivendo la Nazione. Si stanno esaminando le sfide poste dalla situazione attuale alla Chiesa e considerando l’impegno a sostenere il popolo di Dio in momenti di vitale importanza come quelli attuali. Inoltre, è anche prevista la visita del Card. Claudio Hummes, a capo della Rete ecclesiale Pan-Amazzonica (Repam), insieme al gruppo che dirige tale organismo. Al termine della Plenaria, fissata per il 12 luglio, i Vescovi venezuelani pubblicheranno un’esortazione pastorale come documento conclusivo dell’Assemblea.
Aprendo l’Assemblea dei Vescovi, il presidente del Cev, mons. Diego Padrón, avverte: “La riforma della Costituzione consentirà la permanenza illimitata dell’attuale governo al potere e l’annullamento dei poteri pubblici”, come quello del Parlamento. E a proposito dell’attacco alla sede parlamentare, il presule afferma che si tratta di “un atto criminale e demenziale”. Una dimostrazione del fatto “che il governo non vuole abbandonare la violenza”. Non solo. Mons Padron va oltre e sottolinea: “L’Assemblea costituente sarà imposta con la forza e i suoi risultati saranno la costituzionalizzazione di una dittatura militare, socialista, marxista e comunista”. Ricordano poi il recente incontro dei vescovi venezuelani con Papa Francesco, il presidente del Cev ribadisce: ” Non si tratta propriamente di un conflitto ideologico tra destra e sinistra”. Al contrario, è “una lotta tra un governo diventato dittatura e un popolo che chiede libertà“.
Come riporta la Radio Vaticana, il presidente dell’episcopato venezuelano ricorda anche la necessità di aprire un “autentico dialogo” per risolvere la crisi che deve condurre alla “convocazione di elezioni” con voto “universale, diretto e segreto”, come previsto nella Costituzione. Mons. Padrón manifesta anche l’appoggio della Conferenza episcopale alla realizzazione del “plebiscito popolare”, convocato per il prossimo 16 luglio dal Parlamento e dalla Mud, cioè la coalizione dei partiti dell’opposizione. La Chiesa concede l’uso degli edifici parrocchiali e di altre strutture – fatta eccezione delle aule liturgiche – per accogliere i cittadini che vorranno partecipare alla consulta. Per il vescovo è di un “atto simbolico e non di una soluzione”, attraverso il quale i venezuelani potranno esprimere il proprio parere sull’Assemblea costituente proposta dal governo.
Le proteste quasi quotidiane e la violenta repressione esercitata dalle autorità contro i manifestanti – fino ad oggi sono morte 91 persone dal primo luglio, in prevalenza giovani – continua a destare preoccupazione tra i vescovi. Per il presidente dei vescovi venezuelani, è quanto mai urgente “aprire un canale umanitario che permetta l’ingresso di alimenti e medicine“. La Chiesa in Venezuela non ha mai trascurato le vicende della patria, sottolinea infine Padron, “non si è mai fermata alle parole o ai discorsi, ma ha alzato la propria voce” quando il bene comune è stato devastato provocando laceranti sofferenze.
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