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Afghanistan: operazione di polizia nella provincia di Logar, uccisi 11 talebani

Almeno 11 talebani sono morti e altri 5 sono rimasti feriti nelle operazioni condotte da unità speciali della polizia nella provincia centrale di Logar contro un compound di miliziani. In un comunicato il ministero dell’Interno ha precisato che la base era utilizzata per organizzare attacchi terroristici e fabbricare rudimentali ordigni esplosivi (ied). “Come risultato dell’operazione nel distretto di Mohammad Agha – sostiene il documento – undici talebani sono stati uccisi e cinque altri feriti, con il sequestro di veicoli, armi e munizioni. Anche quattro agenti di polizia sono rimasti feriti”. La provincia di Logar si trova a 60 chilometri da Kabul e di recente i talebani hanno diffuso fotografie di posti di blocco costituiti dai terroristi sulla principale strada di collegamento con la capitale Afghana. Questo ha spinto il governo ad inviare ulteriori rinforzi militari nella provincia.

L’Emirato islamico dell’Afghanistan ha, intanto, denunciato il maltrattamento dei talebani detenuti nel carcere di Bagram, gestito dagli Stati Uniti e dal governo di Kabul. “Sono sottoposti a trattamenti sempre più crudeli, selvaggi ed inumani”, una emergenza che “dovrebbe essere denunciata dagli organismi umanitari internazionali”. In un comunicato firmato dal portavoce Zabihullah Mujaghid, si sostiene che le vessazioni nei confronti dei detenuti talebani esisterebbero da 15 anni a Bagram e nelle altre carceri afghane, ma che “esse sono cresciute recentemente“. Fra le misure che violano i diritti umani dei carcerati, l’Emirato islamico cita l’abbigliamento inappropriato, imposto all’inizio anche a Guantanamo; le difficoltà o l’impossibilità per le famiglie nelle visite ai propri congiunti; la scarsità e la bassa qualità del cibo; l’inadeguatezza nell’assistenza medica e nella fornitura di medicine; il comportamento inumano dei sorveglianti e le restrizioni nella disponibilità di libri ed altro materiale di lettura. Alla luce di questo stato di cose, l’Emirato islamico “richiama l’attenzione delle organizzazioni umanitarie e dei media affinché o si possa mettere fine con le denunce alle crudeltà o si ottenga una indagine imparziale su questa situazione”.

Edith Driscoll

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