Si riaccende la tensione tra i pastori nomadi, solitamente musulmani, e gli agricoltori, in maggioranza cristiani, nella Nigeria centrale. Un gruppo di uomini ha assaltato ieri la chiesa di S. Ignatius nel villaggio di Mbalom, nello Stato del Benue al termine della messa. La banda ha aperto il fuoco e ha ucciso almeno 18 persone: due sacerdoti, padre Joseph Gor e padre Felix Tyolaha, e 16 fedeli. Secondo il Daily Post, tuttavia, le vittime del commando armato, composto da una cinquantina di persone, sarebbero non meno di 35. Il portavoce della polizia, Terver Akase, ha affermato alla Cnn che gli aggressori sono mandriani musulmani dei Fulani che hanno anche appiccato il fuoco a una cinquantina di abitazioni. “Ci aspettiamo che vengano fatti degli arresti perché stanno diventando sempre più sfrontati” hanno affermato i sopravvissuti del villaggio.
Il presidente nigeriano Muhammadu Buhari ha espresso “ferma condanna per gli odiosi crimini“. La ragione delle violenze, tuttavia, non sarebbe di tipo religioso ma per il controllo delle risorse idriche. Secondo Human Rights Watch dal 2010 le vittime degli scontri sarebbero almeno 3.000.
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