“Passi avanti nella trattativa col Vaticano”

Il regime comunista di Pechino tenta di accreditarsi agli occhi del mondo come difensore della libertà religiosa e soprattutto si dice “sincero” nella volontà di migliorare le relazioni con il Vaticano. Affermazioni fatte in occasione della presentazione del libro bianco sulle religioni, pubblicato in sei lingue (cinese, russo, arabo, inglese, francese e spagnolo) dall'Ufficio di informazione del Consiglio di Stato. Chen Zongrong, ex vice direttore dell'Amministrazione per gli affari religiosi (Sara) non ha aggiunto particolari sullo stato della trattativa tra Cina e S. Sede ma ha affermato che “la Cina è sempre stata sincera su come migliorare i rapporti con il Vaticano. Abbiamo fatto passi concreti verso questo obiettivo e abbiamo un fluido canale di comunicazione”. Xiao Hong, ex portavoce dell'agenzia, ha aggiunto nella stessa conferenza stampa che le due parti hanno tenuto “discussioni positive e in profondità” e ha sottolineato gli “sforzi” compiuti dalla Cina in questo processo. La Sara è stata recentemente smantellata e assorbita nel Fronte Unito, in modo da consentire un più stretto controllo da parte del Partito comunista cinese. Una svolta legata alla linea di Xi Jinping che ha anche voluto nuovi regolamenti sulle attività religiose.

Nelle ultime settimane si sono rincorse le voci sul fato che sarebbe imminente un accordo per risolvere le divergenze tra le due parti, il cui nodo principale riguarda essenzialmente la nomina dei vescovi. Su questo punto, Chen ha tenuto la linea ufficiale del governo di Pechino, ferma sul “principio” di “non permettere a entità straniere di interferire con gli affari religiosi cinesi“. Chen ha aggiunto che Pechino cerca una gestione “più democratica” della religione cattolica, al fine di evitare “la dittatura di un solo uomo”, ma senza intaccare i principi di quella fede. La S. Sede ha comunque smentito nei giorni scorsi che un accordo definitivo sia imminente.

Il fatto è che in Cina ci sono una Chiesa “patriottica“, governata dal Partito comunista, con i vescovi nominati da Pechino e dunque di fatto scismatica, e una cattolica “sotterranea“, unita a Roma, i cui vescovi, sacerdoti e fedeli sono stati spesso oggetto di angherie, persecuzioni e prigionie. Tuttavia, negli ultimi anni c'è stato un avvicinamento e ci sono state nomine di vescovi concordate tra le due parti.

Sulla lettura “ottimista” del funzionario del Partito comunista è a dir poco scettico padre Bernardo Cervellera, direttore di Asianews, il portale del Pime, grande esperto di questioni cinesi. Al di là del “falso storico” sulla convivenza “pacifica” e “in armonia” delle religioni in Cina, padre Cervellera mette in evidenza la scarsa attendibilità delle statistiche sulle cinque religioni riconosciute, che sembrano prendere in esame solo le confessioni “ufficiali”: “Appare evidente – afferma il religioso – il difetto del Libro bianco: non è un tentativo di stilare una mappa delle religioni, ma di convincere il mondo che le uniche religioni esistenti in Cina sono quelle ufficiali, permesse dal Pcc. Per esso, la religione è una concessione dall’alto del potere politico, non una dimensione innata dell’uomo, cinese o straniero”.