Papa Francesco un anno e mezzo fa è stato accolto in Iraq da una frase dell’Ayatollah Alì al Sistani. Una scritta che nei giorni del viaggio apostolico campeggiava sui poster appesi nelle città irachene. La foto della massima autorità sciita del Paese era affiancata a quella del Pontefice. “Voi siete una parte di noi. E noi siamo una parte di voi”, si leggeva sui cartelloni. Un modo suggestivo per dire che “siamo fratelli”, sottolinea all’agenzia missionaria vaticana Fides il cardinale Louis Raphael Sako, Patriarca della Chiesa caldea.
Nel marzo 2023, a due anni dalla visita apostolica in terra irachena, l’Iraq ospiterà una Conferenza di dialogo cristiano–sciita. L’iniziativa coinvolgerà alti rappresentanti cristiani e sciiti. Si svolgerà tra Baghdad e la città santa sciita di Najaf. E si porrà come occasione di incontro e confronto nel solco di uno storico incontro. Quello avvenuto il 6 marzo 2021 a Najaf tra il Vescovo di Roma e l’Ayatollah al Sistani. Una delegazione di autorevoli studiosi sciiti provenienti da Najaf sono stati ricevuti a Baghdad dal Patriarca della Chiesa caldea. L’incontro ha fornito l’occasione per un confronto. Sui contenuti che saranno al centro della Conferenza. E su alcuni dettagli organizzativi. La delegazione proveniente da Najaf comprendeva importanti esponenti sciiti. Compreso Sayyed Jawad Mohammed Taqi Al Khoei. Segretario generale dell’Istituto Al Khoei. E co-fondatore del Consiglio iracheno per il dialogo interreligioso. E Sayyed Zaid Bahr al-Ulum. Professore all’Hawza di Najaf. Uno dei seminari sciiti (hawza) più antichi del mondo. Fondato nell’XI secolo dal grande studioso sciita Shaykh Al Tusi.
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