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Papa Francesco: anche le parole uccidono, non “spelliamoci”

“Quando io sparlo, quando io faccio una critica ingiusta, quando io ‘spello’ un fratello con la mia lingua, questo è uccidere la fama dell’altro! Anche le parole uccidono. Facciamo attenzione a questo”. Sono alcune delle parole con le quali questa mattina Papa Francesco ha introdotto l’Angelus in piazza San Pietro. Il Santo Padre ha commentato il Vangelo domenicale tratto dal capitolo 18 di Matteo, che presenta il tema della correzione fraterna nella comunità dei credenti. Secondo il vescovo di Roma è essenziale “evitare il clamore della cronaca e il pettegolezzo della comunità” usando un atteggiamento improntato a “delicatezza, prudenza, umiltà, attenzione nei confronti di chi ha commesso una colpa, evitando che le parole possano ferire e uccidere il fratello”.

La “discrezione” di parlargli da solo ha come obiettivo quello “di non mortificare inutilmente il peccatore”; “il coinvolgimento di alcuni testimoni e della stessa comunità” ha lo scopo di “aiutare la persona a rendersi conto di ciò che ha fatto, e che con la sua colpa ha offeso non solo uno, ma tutti” e di “aiutare noi a liberarci dall’ira o dal risentimento” che portano ad insultare e aggredire. “E’ molto brutto – ha continuato – vedere uscire dalla bocca di un cristiano un insulto o una aggressione. E’ brutto. Capito? Niente insulto! Insultare non è cristiano”.

Il successore di Pietro ha aggiunto che la “correzione fraterna è un aspetto dell’amore e della comunione che devono regnare nella comunità cristiana, è un servizio reciproco che possiamo e dobbiamo renderci gli uni gli altri”. Tutti sono chiamati a riconoscersi peccatori e hanno bisogno della misericordia di Dio, ha osservato il Papa. Per questo, all’inizio della Messa, diciamo “Abbi pietà di me, Signore. Io sono peccatore!” e non affermiamo “Signore, abbi pietà di questo che è accanto a me, o di questa, che sono peccatori”.

Dopo l’Angelus il Pontefice ha indirizzato un forte appello per la pace in alcune aree di conflitto. Riguardo all’Ucraina orientale ha invitato a pregare “affinché, nella logica dell’incontro, il dialogo iniziato possa proseguire e portare il frutto sperato” nonostante le notizie poco confortanti di oggi. Un altro appello lo ha levato per una pace giusta e fraterna nel Lesotho condannando ogni atto di violenza. Ha infine rivolto un pensiero a 30 volontari della Croce Rossa Italiana partiti per l’Iraq, nella zona di Dohuk, vicino a Erbil, dove si sono concentrate decine di migliaia di sfollati iracheni. In vista della Natività della Madonna che sarà celebrata domani il Papa ha detto ai pellegrini: “Domani ricordatevi, dal mattino presto, dal vostro cuore e dalle vostre labbra, di salutare la Madonna e dirle: ‘Tanti auguri!’”.

redazione

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