'No' all'aborto negli ospedali cattolici

I vescovi irlandesi ribadiscono il loro 'no' al governo: gli ospedali cattolici non praticheranno aborti nonostante il risultato del referendum tenutosi lo scorso 25 maggio. I rappresentanti della Conferenza Episcopale hanno consegnato al governo il nuovo codice di etica sanitaria valevole per i dodici ospedali su territorio irlandese che fanno riferimento ad ordini religiosi. Dopo la vittoria del 'si' al referendum sulla legalizzazione, l'esecutivo intende proporre un intervento legislativo che autorizza l'aborto fino a dodici settimane dal concepimento. Il primo ministro, Leo Varadkar è stato piuttosto netto: “La mia opinione è che dovremmo separare la Chiesa e lo stato”. In Irlanda, prima del referendum, l'aborto era consentito soltanto in caso di grossi rischi per la salute della donna. In origine l'aborto non era permesso in ogni caso nella Repubblica d'Irlanda che all'ottavo articolo della Costituzione del 1937 faceva esplicita menzione di questo divieto. Il referendum del 25 maggio ha sancito, de facto, l'abrogazione di questo articolo. I vescovi del Paese si erano schierati sulla consultazione con una lettera pastorale firmata da monsignor Denis Nulty in cui il presule si rivolgeva alla popolazione chiedendo di unirsi per “mantenere il diritto costituzionale alla vita del nascituro”.

Governo non favorevole 

Il governo di Dublino non ha dimostrato una particolare comprensione nei confronti delle posizioni dei cattolici irlandesi. Il ministro della salute, Simon Harris, ha scritto su Twitter che, a suo parere, “l'obiezione di coscienza è per gli individui, non per le istituzioni.” Una dichiarazione non conciliante verso la Conferenza Episcopale che, però, non intende fare passi indietro e ribadisce nel nuovo codice etico sanitario l'impossibilità a praticare aborti negli ospedali cattolici del Paese. 

Paese sempre più secolarizzato

L'Irlanda è sempre più secolarizzata, dunque. Nel Paese, ormai, soltanto il 47% si dichiara di fede cattolica. L'introduzione dell'aborto è arrivata tre anni dopo il referendum sui matrimoni tra persone dello stesso sesso.  L'attuale primo ministro, Leo Varadkar, è omosessuale dichiarato ed ha un compagno che non nasconde anche nelle dichiarazioni pubblche.